FOGGIA - «Motivi non dipendenti dallo stesso ente». Così l’ente Fiera comunica che la tradizionale Campionaria dell’Agricoltura, segno distintivo dell’economia di un territorio, non ci sarà. Avrebbe dovuto aprire i battenti il 29 aprile per tre giorni, un’edizione «slim» come le ultime realizzate. L’ultima edizione risale al 2019, era la 73ma e nessuno avrebbe immaginato che sarebbe arrivato un lungo stop. Poi due anni di Covid e dunque lo stop d’ufficio e con questo siamo a tre. Un’interruzione che per la storica vetrina foggiana potrebbe avere l’effetto di un’eutanasia: il quartiere era già moribondo, la formula delle fiere «open air» (non solo a Foggia) non funziona più. «Ma non salta proprio nulla, la fiera dell’Agricoltura è solo rimandata», fa sapere il commissario Massimiliano Arena che però non aggiunge altro.
Il passaggio è però a modo suo emblematico di un declino di un'epoca, ma anche di un rilancio sotto mentite spoglie. Al quartiere fieristico è infatti in atto una trasformazione che prende le mosse dal parcheggio multipiano (consegna prevista ad agosto) che cambierà faccia all’ingresso da via Bari. Di rassegne i previsione non ce ne sono. Grida all'«ignavia» dei vertici della fiera, il commissario Arena e il segretario generale Ursitti, il referente locale del Movimento equità territoriale Pasquale Cataneo: «Non è possibile assistere inermi a questo sfascio, si dimettano. A Verona dal 2 al 5 marzo e ancora in piena difficoltà operativa per la pandemia, la fiera si è svolta regolarmente». A Foggia di espositori disposti ad aprire stand nel grande quartiere da venti ettari ce ne sarebbero stati una quarantina. Se il commercio tradizionale è in crisi, schiacciato dal web, chi mai si sognerebbe di andare in fiera a comprare il trattore per usare una simbologia di quel che è stato il salone? Quella centralità agricola la Capitanata per lungo tempo l’ha rappresentata attraverso il suo quartiere fieristico, prima del lento e inesorabile declino cominciato fin dai primi anni Duemila.
Oggi la fiera si regge sul nuovo business creato dall’intraprendente segretario generale Ursitti: i mega-concorsi che hanno portato in città nell’ultimo anno ben 106mila candidati alle varie prove di selezione. Un indotto che si traduce in consumazioni, al bar, pranzi al ristorante, in posti occupati nei bed & breakfast venuti fuori a ripetizione in città negli ultimi 2-3 anni (una quarantina). In totale 14 i mega concorsi finora tenuti nei padiglioni della fiera di Foggia, altri sono in arrivo: proprio qualche giorno fa la direzione ha comunicato al Formez (gestisce i concorsi della Regione) che anche la data dei primi di maggio adesso è disponibile e dunque si può portare a Foggia qualche altro concorso. Introiti che permettono di tenere in piedi i bilanci, pagare gli stipendi dei 14 dipendenti e disimpegnare la Regione che non versa più un euro nelle casse della fiera. Dei soci fondatori è rimasto solo il Comune di Foggia che anche con la gestione commissariale ha garantito il suo contributo annuale, circa 200mila euro.