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Agricoltura, l'appello di Coldiretti Foggia: registrare pomodoro DOP Puglia

 
Redazione online

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Foggia, poca acqua per il pomodoro, ma gli investimenti tengono

Costituto Comitato promotore per avanzare domanda all’Ue

Mercoledì 12 Maggio 2021, 15:33

15:34

FOGGIA -  Si è costituito presso la Coldiretti Foggia il Comitato promotore della D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) 'Pomodoro di Puglià per avanzare la domanda di registrazione Ue che tuteli la produzione e la trasformazione del pomodoro allungato pugliese, e per perfezionare l'opposizione formale al Mipaaf contro il disciplinare di produzione, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 marzo scorso, per il riconoscimento della IGP 'Pomodoro Pelato di Napoli' che è «prodotto per il 90% dei casi in Puglia», spiega Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia.

«Non è accettabile - dice Piccioni - che venga commercializzato un prodotto che si fregia di un marchio comunitario così fortemente distintivo, senza che ci sia alcun obbligo di utilizzare i pomodori del territorio al quale la indicazione si ispira. Il 40 percento del pomodoro italiano viene proprio dalla Capitanata che da sola produce il 90% del pomodoro lungo».
La Puglia, fa sapere Coldiretti, detiene la quasi totalità della produzione del pomodoro all’interno di una filiera del Sud Italia, con 15.527.500 quintali di pomodoro da industria su una superficie di 17.170 ettari prodotti in Puglia, mentre in Campania 2.490.080 quintali su una superficie di 3.976 ettari. La provincia di Foggia rappresenta il maggiore bacino di produzione nazionale con una superficie media annua di 15.000 ettari e con una produzione di pomodoro da industria che si aggira intorno ai 14.250.000 quintali. "La possibilità di identificare con Napoli un pomodoro prodotto nella maggior parte dei casi in aree diverse e appartenenti ad altre regioni italiane - continua Picconi - risulterebbe fuorviante per i consumatori e sarebbe a detrimento della reputazione territoriale di Napoli e della Regione Puglia, quando invece il matching perfetto tra prodotto e luogo di origine dovrebbe rappresentare la leva e il valore immateriale da tutelare con la proprietà intellettuale di cui godono le IG»

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