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Confindustria Foggia lancia allarme: «Tutto fermo, imprese al collasso»

 
Massimo Levantaci

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Massimo Levantaci

Confindustria Foggia lancia allarme: «Tutto fermo, imprese al collasso»

Cristi trasporti e edilizia, anche uffici pubblici fermi

Sabato 28 Marzo 2020, 10:18

Uffici pubblici fermi, le imprese foggiane sono sull’orlo di una crisi di nervi. Lo smartworking non assicura alcuna continuità nei servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni, limita i servizi, rischia di rivelarsi un boomerang per tutto il sistema imprenditoriale con forti ricadute anche sul futuro quando l’emergenza sanitaria si spera sarà stata sconfitta. Gli imprenditori non vogliono però ricostruire sulle macerie, è l’appello che Confindustria Foggia rivolge agli enti locali e in particolar modo al governo: «Nei provvedimenti attuativi e/o integrativi di prossima emanazione - questo il senso della denuncia - le imprese chiedono una risposta efficace, e soprattutto rapida, alle problematiche evidenziate, con particolare riguardo all’effettiva funzionalità degli uffici e degli sportelli per le imprese nelle pubbliche amministrazioni e nelle banche». Confindustria Foggia lamenta uno scollamento ormai insostenibile tra la vita reale e tutto quanto avviene, o dovrebbe avvenire, sul web. «Se non si interviene subito - l’appello degli industriali foggiani - i provvedimenti adottati a livello nazionale e regionale a sostegno delle imprese rischiano di rivelarsi tardivi ed inefficaci». «Il rischio reale e concreto – sottolinea il presidente Gianni Rotice (leggi intervista a fianco: ndr) - è quello di ritrovarci, finita l’emergenza sanitaria, con un sistema produttivo falcidiato sia dalle conseguenze di questa crisi epocale, sia dalle gravissime ripercussioni determinate dalla gestione stessa della crisi da parte delle pubbliche amministrazioni».

In forte difficoltà le imprese dell’edilizia, dei trasporti, quelle in particolare legate agli appalti pubblici che subiscono pesanti ripercussioni dopo l’entrata in vigore del Dpcm del governo (22 marzo) che limita le autorizzazioni alle «attività essenziali». «Con Enti locali e Stazioni Appaltanti - rileva Confindustria - si è di fatto annullata ogni interlocuzione a causa delle disposizioni vigenti: lo smart working e le altre misure di distanziamento sociale hanno di fatto svuotato gli uffici pubblici e dilatato “sine die” i tempi già spesso insostenibili della burocrazia per quanto attiene contabilità, stati di avanzamento e relativi pagamenti. E ciò a danno di tutti i settori: dai trasporti alle infrastrutture, dai servizi alle forniture, per citarne solo alcuni. Non meno grave - sottolinea l’associazione degli imprenditori di Capitanata - la situazione negli istituti bancari, chiamati in particolare a dare seguito a diverse misure del Decreto #curaitalia: nelle banche il lavoro da remoto ha reso ancor più difficoltosa e complicata, nei modi e nei tempi, l’interlocuzione degli imprenditori con i funzionari. Il sistema confindustriale crede nello smartworking, ma esso non deve tradursi in un ulteriore problema che va aggiungersi alla già soffocante burocrazia, a danno di pagamenti ed erogazione di interventi per le imprese».

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