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I veri portatori di pace sono i bambini: umanità a chilometro zero

 
Paolo Comentale

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Paolo Comentale

I veri portatori di pace sono i bambini: umanità a chilometro zero

Nelle scorse settimane, il tempo delle prime Comunioni: i bambini si affacciano sempre più frequentemente in Chiesa portando, come sempre, un bel carico di energie positive

Giovedì 20 Giugno 2024, 12:59

Nelle scorse settimane, il tempo delle prime Comunioni: i bambini si affacciano sempre più frequentemente in Chiesa portando, come sempre, un bel carico di energie positive. Incontro spesso nelle navate delle Chiese bambini accompagnati dai genitori e mi domando: cosa pensano in questi tempi difficili i bambini? Quali sono le domande che si pongono guardano in televisione o sui social le immagini drammatiche dei conflitti che insanguinano i nostri tempi? Cosa pensano di quello che accade sotto i loro occhi e di quello che fanno gli adulti con loro e per loro?

Di queste e di tante altre cose parlo a Bari con don Gianni de Robertis parroco della Chiesa della natività di Enziteto, in passato presidente della benemerita associazione nazionale «Migrantes».

Don Gianni mi accoglie con un sorriso nella piccola ma ridente chiesa di Enziteto. Parlare con Don Gianni è sempre emozionante: le sue parole sono spesso profetiche. Nelle pagine del Nuovo Testamento si parla dei piccoli. È proprio dalla voce di Gesù che impariamo il giusto atteggiamento nei confronti dell’infanzia. «Chi vuol essere più grande prenda esempio dal più piccolo di loro». Sulla scorta di queste riflessioni don Gianni si spinge a dire che è proprio nei piccoli che possiamo scorgere, in filigrana, il Regno dei Cieli.

I bambini accolgono e perdonano, non disprezzano, non umiliano, i bambini sono portatori sani di pace e se giocano a fare la guerra è solo per finta. Alla prima difficoltà è subito tregua. I bambini non sono corrotti dal denaro, riescono a scambiare con facilità un tappo di birra per una biglia di vetro, una figurina per un pallone. Tutto ciò accade al contrario del mondo degli adulti che, specie di questi tempi, vivono una vita schiacciata dalla fretta: arrivare, guadagnare, accumulare i beni materiali diventa la pietra di paragone di tante persone per tante attività. Non so come sia stato possibile arrivare a questo punto, che sembra un punto di non ritorno, non riesco a capire come l’etica personale e l’etica pubblica siano state demolite così velocemente e in un periodo di tempo relativamente breve. L’idea malsana che con i soldi si possa ottenere tutto e subito è una idea molto diffusa, trasversale che è penetrata in profondità in tutte le classi sociali. Come sono lontani i tempi in cui i fratelli minori si vestivano con gli abiti dei maggiori, i tempi in cui si dormiva in due nello stesso letto e le scarpe dei padri passavano, in preziosa eredità, ai figli. Ora accade che uscire a cena la sera e spendere a testa 80 euro sia considerato «normale».

Per avere un po’ di sollievo in questo orizzonte cupo che sembra schiacciarmi mi reco nella città vecchia a parlare con Don Franco Lanzolla, parroco della Chiesa della Cattedrale di Bari.

Anche qui trovo delle parole piene di luce: il bambino è al centro del mistero della esistenza, è il più vicino alla grande porta della vita dalla quale, nudi e soli, entriamo tutti. Queste le parole di Don Franco. E continua: mettere il bambino al centro dell’attenzione dell’adulto: è proprio quello che ha esortato a fare Papa Francesco nella Giornata Mondiale dell’Infanzia tenuta recentemente a Roma.

È lo stesso motivo che mi ripete don Angelo Cassano della parrocchia di San Sabino nel quartiere Japigia. Gli alunni della scuola primaria «Don Orione» hanno fabbricato dei braccialetti colorati, hanno realizzato un mercatino per la vendita e con il ricavato hanno acquistato generi di prima necessità da distribuire gratuitamente alle famiglie indigenti del quartiere. In pratica hanno fatto tutto da soli. La Chiesa in questo campo è andata molto avanti diventando essa stessa un «Corpo Educante».

I bambini interpretano con convinzione il messaggio evangelico. Certo c’è ancora tanto da fare a partire dall’esperienza dei sacramenti come la Prima Comunione. Per i piccoli il senso del sacramento è la condivisione del pane spezzato per gli adulti, troppo spesso, vale l’apparenza, la festa e i regali.

A volte i bambini entrano in auto al banchetto con il vestito nuovo, un monte di regali e la solitudine antica di un bambino solo. Anche per questo motivo è importante che i bambini vengano seguiti da adulti consapevoli: genitori, fratelli maggiori, insegnanti, educatori.

Peccato che nelle recentissime elezioni politiche si è parlato poco di infanzia e di bambini. Eppure se vogliamo trovare uno slogan utile e efficace possiamo dire che il bambino è l’umanità a chilometro zero. Come dovrebbe essere ogni creatura.

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