Domenica 07 Settembre 2025 | 00:45

«Ciao, sai che mi candido?» Adesso attenzione ai nomi per non cadere dalle nubi

 
Lino Patruno

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Lino Patruno

Elezioni amministrative, si vota in 45 Comuni pugliesi e 13 lucani

Sarà capitato in questi giorni incontrare l’amico o il conoscente che ti dà l’annuncio sgranando un sorriso a 40 carati. Il più delle volte non te ne importa più di quanto ti possano importare gli amori di Ilary ex Totti

Venerdì 10 Maggio 2024, 14:00

«Ciao, sai che mi candido?». «Ah, bello, complimenti» (a volte con sottile ipocrisia). Sarà capitato in questi giorni incontrare l’amico o il conoscente che ti dà l’annuncio sgranando un sorriso a 40 carati. Il più delle volte non te ne importa più di quanto ti possano importare gli amori di Ilary ex Totti. Ma comincia a diventare molesto quando il tipo aggiunge l’inevitabile: «Conto su di te». O più spiccio: «Vedi di darmi una mano». Visto che ne hai solo due, non puoi darle a tutti. Ma le promesse sono no cost, costo zero. E il voto è uno, non può moltiplicarsi come pane e pesci. Sembra un siparietto da cabaret. Ma se ci pensi un po’, capisci che tutto può partire da lì.

Può partire dalle liste annunciate dai giornali per le varie votazioni di giugno. Proprio in questi giorni in cui sono emersi dall’anima profonda d’Italia scandali politici senza geografia: dalla Puglia alla Sicilia al Piemonte alla Liguria. Tutti in genere per corruzione, voto di scambio, turbativa d’asta, favori politici in cambio di soldi. Insomma l’arricchimento personale che si incrocia col finanziamento alla politica, perché, sai, la politica costa. E con presunti insospettabili che magari erano sospettabilissimi. Perché per molti la gente mormorava chiedendosi come mai stessero ancora lì, sulla poltrona invece che in cella. Ah, ecco, ora scopri che lo sapevano tutti.

Eppure il pericolo sembra fare l’effetto opposto. E tu vedi candidarsi anche gente che francamente, mah. E leggi di sfilate di uomini (e donne) della strada che ti sembrano non aver nulla a che fare con la politica, ora gli è venuto tutto questo desiderio? E che potranno combinare lì? Non parliamo degli uscenti che si ricandidano e i partiti che li ricandidano perché un uscente porti i voti come vero patrimonio che conta. E al mercato dell’usato i voti valgono più di eventuali competenze che dovrebbero essere la norma. Ma gli altri? Forse gli altri sarebbero pure benvenuti per il ricambio che sempre si invoca come un miracolo generalmente più improbabile di un barese senza la Peroni.

Gli altri sono la società civile. Accatastati in liste civiche di questi tempi mai così chiacchierate. Gli altri sono quelli che se glielo chiedi, ti rispondono «sai, mi piacerebbe». Ti piacerebbe cosa? «Fare qualcosa». Col sospetto figlio delle cronache (quanto del «così fan tutti») che il fare qualcosa riguardi più se stessi che la collettività. Sospetto che fa torto alla gran parte di volontà sincere, altrimenti sarebbe tutto un cinismo più che un civismo.

Ma come ormai (e purtroppo) sappiamo a iosa, attorno alle liste civiche ronzano tanti che si aspettano di avere più che di dare alla politica. E che dopo non raramente si scoprono più gattopardi dei gattopardi e più camaleonti dei camaleonti. Si scoprono più capaci di cani da tartufo di annusare l’aria. Più transumanti di greggi fra gli Abruzzi e il Tavoliere di Puglia. Dalle liste partono anche taluni imprenditori in attesa di appalti. Taluni professionisti in attesa di consulenze. Taluni sedicenti esperti in attesa di incarichi. Taluni signor nessuno in attesa di consigli di amministrazione. Taluni docenti universitari in attesa di studi di fattibilità o di progetti. Taluni intellettuali in attesa di pareri consultivi. Taluni produttori in attesa di commesse pubbliche. Taluni precedenti non eletti in attesa di presidenze. Taluni agrari in attesa di soldi europei. Taluni gruppi della cultura e dello spettacolo in attesa di fondi. Taluni sindacalisti fulminati sulla via del gettone. Tutti quelli che alla Tomasi di Lampedusa sono pronti a cambiarsi in tutto perché nulla cambi (soprattutto per loro). Sono pronti a trasformarsi.

Sintesi. C’è una società civile tanto pronta a candidarsi quanto nel momento delle responsabilità a smarcarsi come centravanti a caccia del gol. E a riposizionarsi se dovesse andar male e ci fossero ribaltoni in vista. Qualcosa che somiglia all’evasione delle tasse: pochi la denunciano perché molti vorrebbero imitarla. Ciò che spiegherebbe il «come se nulla fosse accaduto» non solo di questa campagna elettorale. Magari il centrodestra rischia di infierire sul caso Puglia e poi si trova il suo presidente ligure Toti ai domiciliari. Allora è meglio lasciare stare, far finta e procedere magari in campo opposto.

Allora la domanda è: se il cambiamento non parte dalla società civile, come potrà mai cambiare la politica cattiva? Ma se le liste all’ingrosso quanto non accorte poi troppo spesso rivelano una società civile più disposta a imitare che a cambiare, dove andremo a finire? Ecco una domanda inedita. Per capirci: attenti a come le fate, queste liste. Attenti ora per non «cadere dalle nubi» dopo (Checco Zalone docet).

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