Il dibattito sulla riforma costituzionale ha una sua data di nascita. Inutile girarci intorno con polemiche e forme dialettiche che partono, comunque, da una visione ideologica. La Costituzione ha una sua contestualizzazione che si innesca nell'immediato post fascismo. Aveva una sua ragione d'essere in un tempo che non è più quello.
Si dice che ci sono valori inderogabili sui quali poggiano gli articoli costituzionali. Verissimo. Si dice che il concetto di democrazia resta alla base per una società multiculturale, democratica e laica. Verissimo.
Si dice, tra l'altro, che è la Costituzione a sancire la "storia" di un'Italia antifascista. Verissimo.
Ma tutto questo, che è la solidificazione di un legame tra Stato e Nazione, ha un senso all'interno di un processo politico - elettorale che interessa il passaggio storico tra una fase che va dal 1946 al 1989 e una completamente complessa proprio sul piano istituzione che va dagli anni Novanta ad oggi.
Se si pensa a quante modifiche sono state effettuate volontariamente o necessariamente o involontariamente dal 1993 al 2022 ci si può subito rendere conto che le metamorfosi sono arrivate al di là del discusso motivato o immotivato del Titolo V. Si parla di Costituzione. Certamente.
Ma vogliamo capire che la Costituzione è dentro un processo politico che deve fare i conti con una realtà completamente in transizione. È qui che si pone il problema.
Allora non la tirerei per la lunga su una demagogia politica che non considera opportuno la Riforma Meloni.
È necessaria. Considerato il trasformismo degli ultimi decenni, considerata la situazione tecno-burocratica che di fatto ha modificato il valore politico di una Nazione, considerato il modulare delle espressioni di un quadro parlamentare già modificato con i due rami tra Camera e Senato mi sembra opportuno che si vada verso un nuovo modello di concepire e leggere la stessa Costituzione.
La Riforma Meloni ha, comunque, centrato un problema che resterà tale fino a quando non si porrà mano alle modifiche. Mi sembra più realista di ogni tentativo di riforma letta negli ultimi anni. Bisogna avere il coraggio di andare fino in fondo senza temere confronti con l'intero parlamento o con un referendum.