Tu sei un giovane del Sud e peggio per te. Non solo costretto in quanto meridionale a emigrare, come se fosse un destino scritto alla nascita. Non un destino ma una decisione programmata contro di te diversamente italiano nel Paese con la più alta diseguaglianza territoriale d’Europa.
Ma se decidi di venire a trascorrere il Natale a casa tua, visto quanto devi spendere ti conviene più andartene, chessò, in America. Sarà che il mercato è mercato, bellezza. Sarà che l’algoritmo non guarda in faccia nessuno. Ma se vuoi tornare da Milano, da Torino, da Bologna per Bari o Brindisi, devi metter mano al poco che guadagni o a ciò che ti mandano i tuoi genitori. Oppure devi fare un mutuo.
Schizzano a Natale i prezzi dei voli: e parliamo dei voli low cost, basso prezzo (inutile provare con Alitalia o Ita, roba non per te). È la storia di ogni anno. E se dal lato Tirreno almeno hanno l’alta velocità ferroviaria (ma fino a Salerno, non vorremo viziarci), lungo l’Adriatico abbiamo solo promesse e bugie, abbiamo un treno chiamato desiderio. Quindi si sceglie l’aereo se non si vuole sprecare col tempo del viaggio quei pochi giorni del ritorno. Qualche anno fa un gruppo di studenti cosiddetti fuorisede organizzò un fai-da-te, fittando pullman per un venir giù collettivo dalla Lombardia. Come dire, giovane del Sud: per te i sacrifici non hanno mai fine. Cosicché tutto congiura perché il tuo mare a sinistra, quello che ti riporterebbe tra Puglia e Basilicata, sia il più scomodo e faticoso possibile.
Così avviene che si rinunci al Natale con i tuoi. E che siano sempre meno anche le vacanze estive al proprio sole e al proprio mare, quelli che invece calamitano sempre più turisti. Restano i matrimoni e i funerali per i quali bisogna per forza esserci, come si commentava con autoironia un tempo. Diteci se è vita questa. Ma a nessun governo è venuto finora in mente di fare qualcosa per la «parte cattiva del Paese», come evidentemente è considerato il Sud. Si fanno calmieri per il caro bollette (quand’anche funzionassero) e per altri rincari vari, ma mai che si pensi a chi è andato via quasi mai per scelta ma per necessità. Studenti e lavoratori per i quali un biglietto aereo con costi da gioielleria è la seconda condanna di una vita dalla condanna continua. Allora, signori ministri?
Abbiamo al Sud università lodate da altri: vedi cosa ha detto solo qualche giorno fa il Tronchetti Provera della Pirelli a proposito di quelle pugliesi, Politecnico di Bari in testa. Ma un terzo degli studenti del Sud sceglie quelle del Nord. Si fugge da territori considerati avari di occasioni e di lavoro. Si fugge perché si considera sfigato chi resta. Si fugge perché così si fa. Si fugge perché sempre più spesso si ritiene che al Sud non si possa e basta, ignorando tanto Sud che facendo il più col meno moltiplica i suoi gioielli. Si fugge mentre sono sempre più quelli che decidono di rientrare e non da sconfitti: un controesodo senza luci della ribalta.
Però si fugge. E davvero sono tante le ragioni di chi è penalizzato dalla nascita con gli asili nido pubblici che non ci sono: perché la spesa «storica» dello Stato li dà solo al Nord violando ogni giorno la Costituzione che non parla di posti sbagliati per nascere. E si fugge poi penalizzati da una scuola che grazie al tempo prolungato che non c’è mentre c’è altrove, è come se a parità di tempo ti desse un anno di insegnamento in meno. Così tu famiglia del Sud spendi per consegnare chiavi in mano tuo figlio a chi deve beneficiarne a spese tue.
Poi ogni studente universitario fuorisede costa in media ogni anno non meno di 18 mila euro (dati Federconsumatori) sempre a carico delle famiglie. Come dire, fuga da un divario per farlo crescere ancora. La trappola. Riconosciuta anche dal leghista Calderoli quando nel 2009 disse che dovevano essere finalmente calcolati i bisogni mai calcolati del Sud e investire per soddisfarli sia pure a un secolo e mezzo dall’unità d’Italia. Lettera morta.
Poi arriva Natale e che fai? Figlio mio, non ti preoccupare, ci vedremo su WhatsApp, spendi per te. Le famiglie da videochiamata e i nonni a distanza. Così il Sud che non fa figli rischia di spopolarsi anche alle feste comandate (non da meno l’Italia, dalla quale ogni anno vanno via 80 mila giovani soprattutto del Nord benestante, perché un Paese ingiusto lo vedono anche loro). Ecco perché bisogna pagare un biglietto a chi ancora a questa mala-Italia ci crede.