Il nuovo Sud d’Italia è il Nord. O almeno il Nord è il nuovo Sud d’Europa, e non solo geograficamente come prima. Il nostro celebrato Settentrione è il nuovo Sud d’Europa anche economicamente. Perde tante di quelle posizioni da non poter fare da locomotiva neanche per sé stesso, figuriamoci (come si blatera) per il resto del Paese. E le perdono proprio le tre regioni più ricche: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna. Quelle che continuano a essere il miraggio per tanti meridionali, giovani anzitutto. Cosicché se i meridionali emigrano da loro, i loro giovani emigrano all’estero. Aggiungici che non si fanno figli, così l’Italia è un Paese dallo spopolamento cronico. L’Italia è un Paese in decadenza, come già in passato lo è stato nella stesse condizioni. Ma stavolta è in decadenza per colpa sua.
L’Istat (Istituto di statistica) ha accertato che fra il 2006 e il 2021 la Lombardia ha perso 14 posizioni nella classifica delle 242 regioni dell’Europa a 27 Stati, l’Emilia Romagna ventiquattro, il Veneto trentasei. Solo la Provincia autonoma di Bolzano non è retrocessa (grazie anche al suo statuto speciale dai mille privilegi). Fra le cinque europee in testa, non c’è più nessuna delle nostre. Nell’Italia centrale, ormai Marche e Umbria sono scivolate verso Sud. Mentre Liguria, Piemonte e Toscana fanno grandi passi indietro verso le zone cosiddette «in transizione», in transizione anch’esse verso la categoria Sud.
Lo spopolamento significa non solo meno persone, ma anche meno donne in età fertile che possano rimediare. Significa poi meno lavoratori: fino al 2030, meno 1,7 milioni al Centro Nord, meno un milione al Sud, dove già ce ne dovrebbero essere tre milioni in più. Tutto questo significa ulteriore diminuzione della produzione, quindi ulteriore calo della ricchezza, quindi ulteriore arretramento in Europa, quindi ulteriore emigrazione dal Sud verso Nord e ulteriore emigrazione dal Nord verso l’estero. Un moltiplicatore del sottosviluppo di tutti, non solo del Sud.
Tutto questo ha un effetto e una causa. L’effetto è la disperazione di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, le quali cosa si inventano? Si inventano l’autonomia differenziata. Dicono: dobbiamo cercare di salvarci a spese degli altri. Facciamo noi ciò che fa lo Stato, ci facciamo rimborsare dallo Stato ma tratteniamo anche le nostre tasse. Così noi stiamo meglio a spese degli altri, togliendo allo Stato ciò che lo Stato deve spendere al Sud, le cui tasse servono anche per ciò che lo Stato deve dare a noi lombardi, veneti, emiliani. Più che un gioco di parole, è una tentata truffa.
La causa della situazione su descritta ha tre sub-cause. La prima sub-causa: da vent’anni l’Italia non cresce, e, se cresce, cresce meno del resto d’Europa. Perché non cresce la produttività, cioè quanto produce ogni ora lavorata. Burocrazia, mancati investimenti, mancata ricerca: insomma il Paese in cui i «no» sono più dei «sì», insomma il Paese in cui tutto è più difficile. Al di là di imprese che riescono a essere gioielli nonostante tutto, anche al Sud dove si riesce a fare il più col meno (tanto che da questo Sud dovrebbe imparare il resto d’Italia).
La seconda sub-causa è l’iniqua politica statale che penalizza il Sud rispetto al Centro Nord. L’ineguale spesa pubblica priva il Sud di servizi e infrastrutture essenziali per ogni tipo di sviluppo. Secondo lo Stato, a questo sviluppo del Sud dovrebbe provvedere lo locomotiva del Nord tirandoselo appresso. Ma, come visto, quella locomotiva arranca anche per sé stessa. Non volendo capire quanto la stessa Banca d’Italia predica: ogni investimento pubblico al Sud non serve solo al Sud, ma avvantaggia anche il resto d’Italia. Traduzione: all’Italia serve più Sud, non meno.
La terza sub-causa della decadenza italiana l’ha indicata l’Europa. La quale ha dato all’Italia la quota più alta del Recovery Fund dicendole: te la diamo perché tu hai il Sud e devi spenderla soprattutto al Sud perché ci sia una coesione tale da farti appunto crescere tutta attraverso il Sud. Anche perché noi vogliamo Bruxelles nel Mediterraneo, vogliamo un nuovo nostro ombelico. Che è il rapporto con l’Africa continente del futuro. E l’Italia ha una rendita di posizione perché se si affaccia al balcone vede l’Africa. Anzi questa rendita ce l’ha soprattutto il Sud, che deve essere la nuova Europa a nome di tutti.
Situazione. È stato deciso di fare al Sud molto meno di quanto necessario. Così la previsione di un aumento del reddito nazionale entro il 2026 non supera l’1,6 per cento complessivo. Con tutti i 191 miliardi e passa in mano. Insomma un fallimento.