Sabato 06 Settembre 2025 | 20:42

Le politiche contro il Sud stanno ricompattando il fronte anti-Calderoli

 
Lino Patruno

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Lino Patruno

Le politiche contro il Sud stanno ricompattando il fronte anti-Calderoli

Il divario fra Nord e Sud d’Italia che è il più vasto e duraturo d’Europa nello stesso Paese

Venerdì 06 Gennaio 2023, 13:50

Allora, bisogna colmare quel divario fra Nord e Sud d’Italia che è il più vasto e duraturo d’Europa nello stesso Paese. Peggio di Romania e Bulgaria (con tutto il rispetto). E da che cosa è creato questo divario economico e quindi sociale? Dalla differente spesa dello Stato nei due territori, con violazione della Costituzione. Chi lo dice? Lo dicono i Conti pubblici territoriali, l’Agenzia per la coesione, la Banca d’Italia, l’Ufficio parlamentare per il bilancio, l’Eurispes, la Svimez (parziale riepilogo a uso di quei tanti meridionali ascari che, sdegnati anche da se stessi, se ne vorrebbero solo andare a Milano). Lo dice l’Europa. Lo dice anzitutto il presidente Mattarella, primo garante di una Costituzione violata almeno da 22 anni (inizio del federalismo fiscale).

Che cosa bisogna cominciare a fare per tutto questo? Riequilibrare la spesa dello Stato fra Nord e Sud. Uno squilibrio dovuto al (finora) mancato calcolo di quali siano i bisogni del Sud. E ad una spesa storica che ha sempre favorito il Nord. Così avviene che i meridionali muoiano prima sia alla nascita sia da vecchi perché non ci sono cure sufficienti. Così avviene che i malati del Sud debbano andare al Nord non potendo essere ben assistiti a casa loro. Così avviene che i ragazzi del Sud imparino meno di quelli del Nord non avendo le stesse scuole. Così avviene che al Nord ci siano treni che viaggiano a 300 chilometri l’ora e al Sud no. Così avviene che i giovani del Sud siano costretti sempre a emigrare perché il Sud è privato delle condizioni per dare lavoro a tutti. Così avviene che al Sud ci siano il triplo dei poveri rispetto al Nord.

Che cosa fare dopo avere calcolato i bisogni-fabbisogni del Sud (Lup, Livelli uniformi di prestazione)? Ribaltare la spesa dello Stato. Dare più a chi ha avuto meno e meno a chi ha avuto più. Ma il progetto del ministro Calderoli dice che il riequilibrio deve avvenire a parità di spesa. Quindi non si può dire alle Regioni del Nord: da oggi spendiamo meno per te. E non si può dire alle regioni del Sud: da oggi spendiamo di più per te, non essendoci un euro bucato. Allora c’è un’unica soluzione. Smontare un certo numero di ospedali, scuole, università, binari ferroviari, autostrade del Nord. Riempire pezzo per pezzo migliaia di Tir e inviarli al Sud. Una grande operazione di solidale trasporto pubblico che farebbe dire al mondo «Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi… » come il replicante Roy Batty nel film «Blade runner» del 1982.

Insomma fantascienza. O «Scherzi a parte». Perché questo è il risultato del sopradetto progetto Calderoli. Il quale, mentre tutti dicono che bisogna eliminare lo squilibrio, che fa? Si affanna per creare nel più breve tempo possibile uno squilibrio peggiore, dando i vantaggi dell’autonomia differenziata proprio alle Regioni che finora hanno indebitamente beneficiato della maggiore (e squilibrata) spesa dello Stato. Non bisogna dire che vuole spaccare l’Italia, altrimenti pare che quereli. Però di sicuro non vuole unificarla più di quanto non sia attualmente vergognosamente non unificata.

Ma forse inconsapevolmente e disastrosamente (per le sue idee, non per il suo onore che se ne sente offeso) sta facendo un mezzo favore al Sud. Il quale sembra per la prima volta (a sua volta) più unito di quanto non sia stato mai capace.

Lo dimostra la rete degli oltre 100 sindaci del Sud (di ogni colore politico) che hanno scritto a Mattarella perché il Sud non sia trattato come diversamente italiano. Alla testa il primo cittadino di Acquaviva delle Fonti, Davide Carlucci. E sono amministratori, cioè istituzioni, non raccolta di firme come tante. Mentre i presidenti delle Regioni del Sud cercano anche loro una unità, a cominciare dal pugliese Emiliano. Sarà una goccia nel mare, ma al Sud anche una goccia conta dopo tanto vuoto. Soprattutto di fronte ai parlamentari meridionali di maggioranza che senza battere ciglio hanno votato la legge di bilancio col blitz di Calderoli. Ma assicurano che «vigileranno».

Purtroppo è un giocare di rimessa come il vecchio calcio all’italiana. Tutti in difesa e contropiede solo quando l’avversario rifiata. Così si finirà per rallentare (bloccare?) l’autonomia differenziata dei ricchi. Ma non si migliorerà mai la situazione del Sud, anzi. L’unica battaglia è: date al Sud secondo i suoi bisogni, non ciò che resta del pranzo nazionale. Prima e a prescindere dall’autonomia differenziata. Non trattabile. (Nel frattempo: al Nord c’è meno sole? Pronto un contributo ai loro pannelli solari. Al Sud ci sono più interruzioni di energia elettrica? Ecco uno sconto al Nord. Avvenuto, avvenuto. E non in «Scherzi a parte»).

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