Domenica 07 Settembre 2025 | 02:10

La qualità delle istituzioni: così Draghi programma le riforme richieste dal PNRR

 
Antonio Troisi

Reporter:

Antonio Troisi

La qualità delle istituzioni: così Draghi programma le riforme richieste dal PNRR

Che fare? L’unica possibilità è ricorrere all’attualità di quella che Aldo Moro chiama intelligenza degli avvenimenti per indicare la necessità di una costante fatica diretta a cogliere il significato profondo dei fatti

Sabato 28 Maggio 2022, 14:33

La prospettiva temporale limitata, imposta dalla UE per l’efficiente spendita dei fondi, esige un supplemento di riflessione per rimediare alla crisi dei partiti politici che non hanno risposto alla sfida del PNRR: senza riforme nessun finanziamento.

Questa indifferenza è stata determinato dall’aver trascurato che il PNRR è uno strumento sostanzialmente rivoluzionario rispetto a tutte le esperienze di programmazione sin qui seguite, contraddistinte dal non far andare di pari passo il concetto di programmazione e quello di riforma. (Bernardo Mattarella 2021). Questo disallineamento è da imputare ai partiti politici che, sopraffatti dal processo d’individualizzazione della società, non hanno affrontato il problema delle riforme, convinti che le motivazioni egocentriche si trasformino spontaneamente in un ben vivere civile.

Che fare? L’unica possibilità è ricorrere all’attualità di quella che Aldo Moro chiama intelligenza degli avvenimenti per indicare la necessità di una costante fatica diretta a cogliere il significato profondo dei fatti, per intravederne l’evoluzione e consentire alla politica di governare gli avvenimenti, invece che esserne succube.

Con questo rapporto con la societa, derivato dall’art. 2 della Costituzione, la politica non dipende dai fatti o, peggio, dalla cronaca, ma riesce a governarli e dirigerli.

A tal proposito un interessane risultato è quello del Modello della «Qualità delle Istituzioni» che Mario Draghi ha elaborato leggendo il significato dell’istituzione dell’euro e cogliendone la connessione con un avvenimento, apparentemente distante. L’applicazione della moneta europea ha dimostrato che solo la qualità delle istituzioni è in grado di creare le condizioni per far crescere stabilmente salari, produttività occupazione ed il nostro Stato Sociale. Di conseguenza egli ha sempre sostenuto la necessità di considerare come parametri dell’efficienza delle istituzioni non solo la conformità alla legge ma anche, l’operare complessivo legato alla necessità della rendicontazione, del controllo e della valutazione dei risultati dell’azione pubblica.

Questo schema, recepito dalla riforma costituzionale del 2012 e dalla normativa di attuazione, ha dato vita ad un nuovo rapporto Stato/Enti locali in vigore dal gennaio 2016. Cosi è possibile realizzare il completo cambiamento della precedente programmazione delle riforme, attuata con iniziative casuali determinate da interessi elettorali, peraltro rimaste, in gran parte, inattuate per le ristrettezze del bilancio.

Invece la Qualità delle Istituzioni, non partendo da circostanze accidentali ma dalla programmazione complessiva delle riforme voluta dall’iniziativa europea, indirizza l’Italia verso le riforme comuni agli altri Stati membri. Inoltre la fornitura esterna delle risorse finanziarie garantisce al legislatore la massima efficienza, non dovendo incorrere nelle ristrettezze di bilancio.

Pertanto la pregiudiziale del PNRR (senza riforme nessun finanziamento) è realizzabile solo allocando la richiesta di fondi nel nuovo Rapporto Stato/Regioni, essendo perfettamente funzionale alla specifica programmazione delle riforme in una prospettiva di ripresa e resilienza del sistema paese.

Viene cosi realizzata la riforma richiesta dal PNRR: orizzontale, perché interessa trasversalmente tutte e 6 le Missioni, e abilitante, perché rimuove gli ostacoli amministrativi e burocratici che impediscono agli enti locali l’accesso ai fondi del PNRR. In particolare l’evidenza empirica ha dimostrato che, l’eliminazione di dette vischiosità procedurali, rende il 40% della spesa pubblica, quella cioè degli enti locali, funzionale ai vincoli UE. Inoltre, trattandosi di riforma già in vigore dal gennaio 2016, assicura rapidamente incasso e rendicontazione dei fondi richiesti...

In conclusione, in attesa che si compie l’iter relativo alle altre riforme, detto modello consente un puntale rispetto della prospettiva temporale limitata concessa all’Italia dalla UE.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)