La sfida più grande per Taranto, oggi, è investire sulla cultura del mare per ripartire e costruire un futuro sostenibile. Non è uno scenario impossibile secondo gli esperti, le istituzioni e gli operatori del settore marittimo che hanno partecipato, ieri, al talk «Mare e Futuro», il primo dibattito aperto alla cittadinanza che si colloca nella mostra targata Gazzetta del Mezzogiorno dal titolo «è Taranto» in esposizione fino al 31 dicembre all’interno della Biblioteca Comunale Pietro Acclavio.
Un momento di riflessione, moderato da Maristella Massari, capo iniziative speciali de La Gazzetta, che ha generato un confronto sull’importanza dell’elemento caratterizzante della città ionica, il mare, mettendo in luce le opportunità che sono state create sul territorio, come lo sviluppo della blue economy attraverso i percorsi formativi proposti dall’Its Academy Mobilità. «Abbiamo circa 150 iscritti a Taranto – ha detto la direttrice Luigia Tocci- che hanno la possibilità di fare esperienze internazionali e di essere parte attiva in tutti i progetto trasfrontalieri che abbiamo in comune con Italia, Albania e Montenegro come le attività per rafforzare la sicurezza dei porti e la tutela ambientale con operazioni di pulizia dei mari».
Una serie di buone pratiche messe in campo sul territorio tarantino diventate modelli che vengono replicati in altri paesi come l’attività dei «ricercatori per un giorno» della Jonian Dolphin Conservation. «Un esperienza - ha detto il presidente Vittorio Pollazzon – che vede il coinvolgimento di esperti, biologi e ricercatori che possono valorizzare il mare e lavorare per tutelare l’ecosistema marino unico che possediamo».
Durante il dibattito è emerso anche il passato della città, il ricordo di una terra più prospera e ricca quando il quartiere Tamburi era un «grande giardino» e si iniziavano a costruire le prime ciminiere della fabbrica, una città che per Emanuele Di Palma, Presidente BCC San Marzano, difficilmente si potrà rivedere. «Dobbiamo puntare sulla cultura e investire sui giovani, ma serve concretezza – ha detto Di Palma – ad oggi noi tratteniamo il doppio della raccolta rispetto all’investimento, siamo più bravi a raccogliere e non a dare, abbiamo circa 500milioni di euro fermi da poter investire ma mancano le idee, le iniziative».
Lo conferma anche il consigliere camerale Filippo De Miccolis Angelini Camera di Commercio Taranto e Brindisi che sottolinea come il settore dell’artigianato dell’agroalimentare e del commercio si trovano a dover affrontare numerose difficoltà, soprattutto quella finanziaria. «Per le piccole e medie imprese del territorio – ha detto De Miccolis Angelini - è fondamentale avere delle risorse economiche per poter creare start up e successivamente coinvolgere i giovani per la gestione delle aziende».
Un punto cruciale per la svolta e lo sviluppo futuro del territorio, che vede al centro di tutto il porto di Taranto e gli investimenti sulle energie rinnovabili. «Stiamo cercando di trasformarlo in un porto aperto – ha detto Giovanni Gugliotti, Presidente dell’Autorità Portuale – abbiamo in cantiere alcuni progetti, già noti come il parco eolico Off Shore, ma non ci fermeremo. Vogliamo creare un hub autonomo dal punto di vista energetico con la possibilità di avere anche un parco fotovoltaico e una centrale a idrogeno che collega Taranto a Brindisi».
Una città, insomma, che punta a costruire una nuova narrazione di sé stessa la memoria dei fatti, il coraggio delle idee e lo sguardo quotidiano di chi la città la vive ogni giorno.
















