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Trulli dentro la fiaba: fate e folletti, l’opera magica di Anna Grazia Santoro

Trulli dentro la fiaba: fate e folletti, l’opera magica di Anna Grazia Santoro

 
Alessandro Salvatore

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Alessandro Salvatore

Trulli dentro la fiaba: fate e folletti, l’opera magica di Anna Grazia Santoro

La scrittrice, originaria della Valle d’Itria, coltiva sin da bambina la passione per la lettura e la scrittura, trascorrendo le estati nei trulli di famiglia

Martedì 19 Agosto 2025, 10:33

Nel biancore ancestrale della Valle d’Itria, fotografia del paesaggio pugliese, Anna Grazia Santoro ambienta il suo nuovo libro edito da Artebaria (euro 11, pp. 56) Puglia, trulli e muretti fate e folletti. L’opera intreccia la magia del racconto fiabesco con la forza evocativa della memoria personale, trasformando il territorio in scenario incantato che viene popolato da creature che incarnano sogni, paure e speranze. La scrittrice, originaria della Valle d’Itria, coltiva sin da bambina la passione per la lettura e la scrittura, trascorrendo le estati nei trulli di famiglia. È lì che, tra giochi e pagine divorate, comincia a tirare fuori dal cassetto personaggi immaginari, fino a quando la maternità non le offre il catartico impulso creativo che fa sbocciare nel 2021 il suo libro di formazione edito da Albatros Il re arcobaleno e altri racconti.

Il lavoro editoriale diventa la trasposizione del racconto privato di mille storie donato da Santoro ai propri figli tra le mura domestiche.

Ora la seconda produzione letteraria della scrittrice pugliese si apre con la vicenda di Fata Fiorella, custode della primavera, chiamata a risvegliare la natura dopo un inverno rigido. La narrazione alterna leggerezza e tensione, regalando al lettore mondi sospesi tra l’onirico e il reale, nei quali la quotidianità si tinge di meraviglia. In questo tracciato fiabesco l’ambientazione dei trulli, con colline e muretti a secco, non costituisce solo uno sfondo, ma un personaggio collettivo: simbolo di una terra che si fa luogo magico, ispirante al racconto. Difatti Santoro non nasconde il debito nei confronti delle proprie esperienze personali: da bambina, quelle dimore di pietra sono la cornice delle sue vacanze più belle, fino a diventare da adulta la culla di un immaginario che oggi prende forma in pagine ricche di delicatezza e poesia. Non è un caso che il libro richiami l’atmosfera dello Zecchino d’Oro, citato dall’autrice come colonna sonora della sua infanzia e come sintesi del valore dei libri, capaci di viaggiare con la mente.

Con Puglia, trulli e muretti fate e folletti Santoro consegna al pubblico un’opera che invita a ritrovare il fantasy come strumento per leggere la realtà. «Tutte le fate erano al riparo nei loro trulli, cercando di scaldarsi come meglio potevano. La più impaziente era proprio Fata Fiorella, che ogni giorno si affacciava alla finestra sospirando, cercando disperatamente un segno che le facesse capire che l’inverno era finito» scrive l’autrice che incastona la sua fiaba nel mosaico della sua terra.

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