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Gian Piero Ventura ne è convinto: «Il Bari può sognare ma servono più gol»

 
pierpaolo paterno

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pierpaolo paterno

Gianpiero Ventura ne è convinto: «Il Bari può sognare ma servono più gol»

Ventura si appresta a vivere il suo derby personale memore dei suoi trascorsi da allenatore del Bari nelle stagioni di A dal 2009 a metà 2011

Sabato 01 Marzo 2025, 13:24

13:26

BARI - Originario del quartiere genovese di Cornigliano e cresciuto calcisticamente nelle giovanili della Sampdoria, Gian Piero Ventura si appresta a vivere il suo derby personale memore dei suoi trascorsi da allenatore del Bari nelle stagioni di A dal 2009 a metà 2011. Tanti motivi per non guardare indifferente alla sfida di dopodomani al San Nicola.

Mister, domenica assisterà a Bari-Sampdoria?

«Si. Quest’anno ho visto il Bari vincere a Frosinone e quando ha battuto lo Spezia. Adesso, vengo contro la Sampdoria sperando di fare l’en plein».

Sta seguendo il campionato dei biancorossi e dei blucerchiati?

«Si, anche se non nei dettagli. Come è normale che sia».

Il Bari è settimo in zona playoff. La Sampdoria arranca al limite dei playout. Quotazioni più o meno al ribasso per due piazze così blasonate.

«Per il Bari no. I biancorossi sono nella norma di una squadra da quarto, quinto posto con la possibilità di giocarsi i playoff quando ci saranno. Non era facile ripartire dopo la scorsa annata. Lo si è fatto bene. Longo è stato sia mio giocatore che collaboratore. Una persona seria e capace. I risultati determinano tutto, ma credo alleni una squadra competitiva per la categoria. Poi, tutto è migliorabile. I numeri dicono che a livello difensivo siamo di fronte ad una delle migliori cinque retroguardie del campionato. Resta qualche difficoltà a fare gol, nonostante un parco di attaccanti che in B hanno in pochi. Al di là dell’infortunio di Novakovich, direi che Lasagna, Favilli, Bonfanti e lo stesso Pereiro garantiscono tanta qualità. L’uruguaiano è giocatore di serie A. Una volta che ritrova la condizione, te lo ritrovi ai playoff per fare la differenza. Vedo molti giocatori ritrovati come Dorval, Maita e Benali».

Mancano undici partite alla fine della regular season. Cosa dovremmo aspettarci dalle due squadre?

«Se ripenso ai punti lasciati dal Bari sui rigori sbagliati, uno proprio all’andata contro la Sampdoria, adesso ti ritroveresti con dei tasselli in più. Idem contro Reggiana e a Cesena. Noto un percorso in crescita. Puoi giocare i playoff potendo vincerli. Le altre sono alla portata. Ci sono sorprese come Juve Stabia e Catanzaro. Ma il Bari ha superato meritatamente lo Spezia terzo. Questo mi fa pensare che tutto sia possibile, anche diventare protagonisti agli spareggi promozione. La Sampdoria, invece, è la grande delusione della B. Ha speso tanto sia in estate che a gennaio. Se parti davanti con Coda e Tutino, ti aspetti di più. Con l’arrivo di Semplici, avverto una migliore quadratura. Credo che per il Bari sia una partita da vincere. Delle inseguitrici potenziali per i playoff, accrediterei solo il Palermo. I doriani devono guardarsi alle spalle. Basta poco per ritrovarsi giù. D’ora in poi, le gare diventano determinanti».

Nell’ultimo turno, il Bari ha vinto a Mantova e la Sampdoria ha fermato il Sassuolo. Sulla carta, sembrano squadre in salute.

«Vittorie come quella di Mantova aumentano la consapevolezza del gruppo che deve iniziare a pensare di poter essere protagonista, senza accontentarsi di rimanere comprimari. Il Bari gioca in casa e se centra la prestazione, porta a casa i tre punti. Poi, tutto può succedere».

Nel conto delle due vittorie esterne stagionali, i doriani non vincono fuori casa dal 5-3 al Cesena del 20 ottobre. Non parliamo proprio di una squadra da trasferta. Un vantaggio per il Bari?

«Se la Sampdoria si ritrova in questa situazione di classifica è perché ci sono delle problematiche. Non essendoci dentro, faccio difficoltà ad entrare nei dettagli».

Longo da una parte e Semplici dall’altra. Entrambi profeti del 3-5-2. Sul piano tattico che partita prevede?

«Mi aspetto un Bari aggressivo che dia pressione all’avversario. I meccanismi dei biancorossi sono più oleati rispetto a quelli blucerchiati. Longo ha sei mesi di lavoro alle spalle. Semplici, uno. Credo che la classifica e la vittoria di Mantova diano stimoli importanti. L’ultima volta che il Bari ha battuto la Sampdoria è stato con me in panchina. Sarebbe bello che accada di nuovo».

Mancheranno tre squalificati: Obaretin nel Bari, Riccio e Sibilli nella Sampdoria. I pugliesi hanno i difensori contati. I liguri perdono due uomini di rilievo. Quali le assenze più pesanti?

«Non saprei. A Genova sono estremamente contenti di Sibilli, reduce da un grande campionato scorso. Con lui le cose sono tanto migliorate. Quando hai organici importanti, le assenze sono relative».

Il posto di Riccio dovrebbe essere preso da Bereszyński, rientrato finalmente venerdì in campo dopo oltre tre mesi di assenza. Il capitano doriano comporrà il reparto con Curto e Altare. Non male come alternativa.

«Nella Sampdoria, come nel Bari, non ci sono giocatori che vincono partite da soli. Questa sfida si vince con la forza del gruppo, con la convinzione con cui si scende in campo. Con la serenità e la ferocia insieme. Queste sono le componenti per vincere. I singoli lasciano il tempo che trovano. Anche Longo sarà d’accordo su questo».

Per Sibilli, ci sarebbe Akinsanmiro sulla trequarti. Oppure, pensa che Semplici possa abbassare Niang inserendo dal primo minuto Massimo Coda?

«Più degli uomini, alla base di tutto ci sono le condizioni mentali e motivazionali. L’organizzazione e la mentalità serena di fare le giocate».

Si aspetta un Bari ad una o a due punte?

«Ognuno vede il calcio a modo proprio. Per tutta la vita, io gioco sempre con due punte. In realtà, non ci sono regole vincenti. Ma modi di stare in campo, di interpretare le partite e leggere le situazioni sfruttando gli spazi. Una o due punte fa poco differenza. Magari la svolti con due trequartisti. Non mi permetto di dare consigli a Longo. Più che una o due punte, sarebbe meglio vincere e basta».

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