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Carboni e un Bari che accelera: «Tre rinforzi per godersi i playoff»

 
Pierpaolo Paterno

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Pierpaolo Paterno

Carboni e un Bari che accelera: «Tre rinforzi per godersi i playoff»

«Per gli spareggi promozione servono rose ampie. Sia Longo che Magalini hanno il polso della situazione. Qualcosa in mezzo va fatta»

Sabato 11 Gennaio 2025, 11:49

BARI - Ultimi scampoli di preparazione nello spogliatoio del Bari che domani pomeriggio sarà di scena allo stadio «Mapei-Città del Tricolore» di fronte alla Reggiana di William Viali. Tecnico bergamasco che tenterà di sgambettare Moreno Longo alla luce della rimonta nel match di andata al San Nicola del 2 novembre con i galletti in vantaggio di due reti siglate a inizio ripresa da Benali e Novakovich e poi rimontati da Lucchesi e Gondo.

Faccia a faccia ispido che richiederà un alto livello di attenzione e delle mosse tattiche idonee ad inibire le motivazioni degli emiliani. Per una chiave di lettura mirata, a fare da osservatore esterno spunta Guido Carboni, dal 2004 al 2006 sulla panchina del Bari con all’attivo due salvezze consecutive nel torneo cadetto con un tredicesimo ed un dodicesimo posto. In attesa della chiamata giusta, ad oggi gestisce un centro sportivo ad Arezzo col fratello Amedeo.

Carboni, se le dico Bari quali ricordi le vengono in mente?

«Bari non è una piazza semplice. C’è grande fame di calcio. Ricordo la settimana di preparazione alla trasferta di Torino con duemila tifosi agli allenamenti ed altrettanti allo stadio dopo mille chilometri di viaggio. Sono rimasto legato alla piazza, una società rimasta nel cuore. Mi diede la possibilità di vivere due anni di grande calcio. Ricordo l’immenso affetto attorno alla squadra. Ho sempre pensato di tornarci un giorno. Rimarrà per me una bella scuola. Facemmo un ottimo lavoro con poche risorse ed una proprietà debole. Il primo anno, avremmo potuto raccogliere qualcosa di più importante».

Da quanto tempo manca in città e al San Nicola?

«Sono stato da tecnico avversario con Avellino e Crotone. Da spettatore al San Nicola mai. Lo dico con rammarico. Non so con quali forti emozioni rivivrei questa esperienza».

In questa B militano altre squadre del suo passato come Pisa, Frosinone e Juve Stabia. Dove e per chi palpita il cuore?

«Pisa rimane una esperienza primordiale. Sono felice che la Juve Stabia stia facendo un buon campionato. È a ridosso di grandi squadre come Cremonese, Pisa, Sassuolo e Spezia. Con poche risorse sanno fare calcio. In Campania ho vissuto emozioni forti. Pisa e Frosinone hanno organici più importanti. I toscani, col Sassuolo, hanno più continuità. Tolte queste due, ed in parte lo Spezia, le altre corrono tutte a stretto giro. Palermo, Salernitana e Sampdoria potranno risalire. È una B bella ed equilibrata».

Il Pisa vola verso la A. Il Frosinone punta a risalire. La Juve Stabia è la sorpresa. Il Bari, invece, che ruolo potrà recitare sino alla fine?

«La classifica dei biancorossi è ibrida. Credo si debba stare attenti alle spalle, perché vedo un campionato estremamente equilibrato dal quarto posto in giù. Il Bari deve trovare continuità che ti permette di rimanere agganciato al treno playoff e con un piazzamento importante. Arrivare quarti anziché ottavi fa la differenza. La vittoria sullo Spezia gli ha dato slancio, avendo battuto una grande del campionato. Le potenzialità ci sono».

Ha visto giocare la squadra di Longo?

«In passato ho incrociato Longo in qualche circostanza. Un ottimo professionista sincero e schietto. Ho visto un paio di partite in televisione, tra cui la sconfitta di Palermo».

Pensa che la squadra necessiti di qualche correttivo?

«Per gli spareggi promozione servono rose ampie. Sia Longo che Magalini hanno il polso della situazione. Qualcosa in mezzo va fatta. Bisogna valutare i profili in uscita e gli obiettivi da raggiungere. Con due, tre innesti importanti la squadra si migliora. Direi, uno per reparto».

Domani si gioca a Reggio Emilia. I granata di Viali giocano col 4-3-2-1, il così detto schieramento ad albero di Natale. Il punto di forza sono i tre centrocampisti di corsa. Dove il Bari dovrà fare attenzione?

«Bisogna capire quali sono i flussi di gioco e dove la Reggiana lo sviluppa maggiormente. Sfrutta poco le fasce esterne. Con un vertice basso dietro il fronte d’attacco, i giocatori si buttano sugli spazi ma in fase di ripiegamento e transizione negativa si può trovare in difficoltà. Il Bari dovrebbe sfruttare le corsie esterne. Quando incontri squadre del genere, in fase di non possesso bisogna rendere stretta la squadra. La Reggiana gioca in modo che in mezzo al campo non sia mai sguarnita. Perciò, il Bari dovrà puntare anche alla qualità dei suoi uomini per aprire le maglie e sfruttare il più possibile gli esterni e allargare i loro terzini. La qualità la fanno sempre i giocatori che sanno saltare l’uomo. Tutti i moduli presentano aspetti positivi e negativi. Farei attenzione a Portanova e agli attaccanti. Con sacrificio e veloce giro palla, servirà un Bari di attacco e di grande pressione sull’avversario. Non dargli respiro. Longo sa come fare. E il Bari ha i mezzi per fare male alla Reggiana».

Si affrontano due squadre a caccia di certezze dopo la buona chiusura del 2024. Che partita sarà al Mapei Stadium?

«Ci vorrebbe un bel colpo esterno. La Reggiana viene da due vittorie di seguito. Può essere una partita spartiacque del campionato. Per dare valore alla vittoria sullo Spezia, il Bari deve centrare una vittoria importante fuori casa».

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