BARI - Due settimane di stop per gli impegni delle Nazionali e sette turni serviti per tornare alla vittoria di Salerno. Ai quali si aggiungono gli undici risultati utili consecutivi. La matematica torna utile al Bari per fare i conti con se stesso, con la piazza e con il campionato di B che domenica prossima - al «San Nicola» contro il Cittadella - coinciderà col quattordicesimo turno di andata. Veneti che, a dispetto della penultima posizione in graduatoria, fuori casa risultano essere avversario molto ostico: quest’anno hanno vinto tre volte e sempre in trasferta.
Sosta in naftalina e propizia ai biancorossi per rimettere in ordine le idee per ripartire, quando mancano sette partite all’inizio del mercato di gennaio. Punto di arrivo o ripartenza, dipende dai punti di vista, nel solco delle parole rilasciate nelle scorse dal vice ds Di Cesare su un’emittente radiofonica nazionale («Ci mancano dei punti, possiamo fare ancora meglio. L’obiettivo lo stabilisce il campo»).
A tre mesi e mezzo di lavoro e un’identità ricostruita dopo una stagione maldestra, Moreno Longo ha portato tante novità tattiche e mentali. A cominciare dal modulo, il 3-5-2 con variazioni sul tema per un centrocampo a quattro con una o due punte ed uno o due supporti alle spalle. Innesti a parte, al potere domina la vecchia guardia. Lo dicono i numeri dei minuti giocati nelle prime tredici gare. Tra i più impiegati spiccano cinque degli elementi della scorsa stagione. Fa eccezione il portiere Radunovic, col minutaggio più alto in assoluto (1242 minuti). Seguono in classifica nell’ordine Benali con 1206’, Pucino con 1170’, Vicari, Maita (1002’), Dorval (due gol e due assist in 971’). Quindi Lasagna con 920’, Mantovani con 892’ e Oliveri con 835’. Sono i nomi dei profili sui quali si è costruito negli anni, esclusi gli ultimi tre. Nel segno di un’apparente continuità del progetto tecnico proiettato verso il futuro.
La spina da disincarnare per domenica è proprio nella zona nevralgica del campo. Da sostituire il libico Ahmad Benali perché fermato da un turno di squalifica dopo l’ammonizione di Salerno. Il sostituto naturale sarebbe Raffaele Maiello, vecchia conoscenza di Longo ai tempi del Frosinone ma oggi in secondo piano rispetto ad altri compagni di reparto. Per il calciatore di Acerra sinora si contano appena cinque presenze per soli 226’ giocati. Maiello giocherebbe accanto a Maita puntando su Sibilli in versione trequartista. Quindi, nel congeniale 3-5-2, Maiello agirebbe con i due interni accanto (Lella e Maita).
Il suo score al ribasso è tuttavia sufficiente per valutare delle alternative. Cesar Falletti, Sibilli, Lella, Saco, Manzari e Bellomo. Con gli ultimi tre decisamente indietro nelle gerarchie, questi gli altri petali da scegliere nella margherita del centrocampo per il Cittadella. Che sia 3-5-2, 3-4-1-2 o 3-4-2-1. In netto recupero dopo l’infortunio all’adduttore prima della sfida alla Carrarese, l’idea Falletti a supporto dei due attaccanti diventa molto allettante. L’assenza dell’uruguaiano, soprattutto nelle ultime due uscite contro Reggiana e Salernitana, si è avvertita in maniera sensibile. Almeno ripensando a quando è stato impiegato per lo sviluppo della manovra, sia più avanti che in posizione più arretrata. Domenica potrebbe giocare alle spalle di Lasagna e Novakovich, interpretando il ruolo recitato da Sibilli all’«Arechi» e con licenza di proporsi anche in una zolla di campo più avanzata. Nel caso in cui Longo non volesse rischiarlo dall’inizio, la riproposizione dello stesso Sibilli rientrerebbe nella logica più plausibile. Date quasi per scontate le presenze di Maita al centro più Dorval e Oliveri esterni. Un’altra via, comunque poco praticabile, vedrebbe Falletti in coabitazione con l’ex pisano dietro un solo terminale da scegliere tra Lasagna e Novakovich. Oppure, optando per il più fattibile centrocampo a quattro, Lella al fianco di Maita davanti alla difesa, più Lasagna e Sibilli dietro Novakovich.