BARi - Importante, non decisiva. Complicata, non impossibile. La sfida di oggi pomeriggio a Cremona non sarà una sentenza, certo. Ma qualcosa dovrà dirla. E anche di abbastanza importante. Perché è vero che la «nobiltà» te la giochi alla voce continuità ma è in partite come questa che hai la possibilità di «pesare» il tuo spessore. Partite che fanno luce su parametri come personalità, concretezza, coraggio. Allo «Zini» servirà anche e soprattutto questo oltre alla pulizia tecnica necessaria per un convincente sviluppo del possesso palla.
Obiettivo playoff, anzi no... salvezza. E poi ancora, un anno di ricostruzione. Vale tutto, ci mancherebbe. Poi, però, la storia dice che quando indossi la maglia biancorossa hai il dovere di puntare al massimo. La gente del Bari non capirebbe qualcosa di diverso. Non conosce gli anni di transizione e fatica a coniugare il verbo della pazienza. Ecco perché l’asticella si alza in automatico, senza che qualcuno ci metta mano. Fisiologico, da queste parti. A maggior ragione quando la squadra offre argomenti persuasive all’orizzonte c’è una partita intrigante.
Con un «martello» come Moreno Longo, d’altronde, non c’è il rischio di togliere il piede dall’acceleratore. Lui pretende il massimo, dal più leggero degli allenamenti alla partita. Ambizioso, feroce, concentrato. La garanzia in casa Bari, al momento, è lui. Un direttore d’orchestra a cui, finora, è riuscito tutto. Dal piano tattico a quello della comunicazione. E allora che lo si lasci fare. Magari scegliere e cambiare. Ai tifosi interessa che la squadra non smarrisca per strada quell’«anima» che finora ha fatto la differenza. Lo spirito da combattenti in un contesto organizzato e vivace. Si chiama miscela vincente.
A Cremona ci sarà indossare più di un «abito». Complicato immaginare una partita senza sofferenze, al cospetto di un avversario che (tecnicamente) è forse quello con la qualità migliore in serie B. Quando sei costretto a stare dietro la linea del pallone si capisce che squadra sei. Ci si può difendere, sì. Ma senza disunirsi e soprattutto senza smarrire la propria identità. Difendersi non vuol dire rinunciare ma imboccare la strada più sicura per arrivare al risultato. Le famose «tante partite in una». E tutte con lo stesso peso specifico. Ebbene sì, Cremona arriva al momento giusto.