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Ventura vede positivo: «Il Bari mi piace playoff alla portata»

 
pierpaolo paterno

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pierpaolo paterno

Ventura vede positivo: «Il Bari mi piace playoff alla portata»

«Ero allo stadio a vedere la sfida contro la Juve Stabia. Noto una squadra diversa rispetto al passato, un altro spirito»

Venerdì 30 Agosto 2024, 12:05

BARI - Genovese di nascita, barese di adozione. Gian Piero Ventura prova a districarsi tra due fuochi muovendo i fili di un amarcord che sabato - giorno della sfida della quarta di B al Ferraris tra Sampdoria e Bari - lo collocherà a metà strada tra la magia del passato e i sogni del futuro. Un tuffo al cuore dove albergano aspettative e desideri delle società e delle squadre alle quali è rimasto più legato da quando, tre anni fa, ha deciso di chiudere col mondo del calcio dopo oltre mezzo secolo di trascorsi tra calciatore e allenatore.

Classe ‘48, nella Sampdoria fu tesserato appena ventenne durante la stagione 1968/69. Appesi gli scarpini al chiodo, sempre con i blucerchiati vive la primissima esperienza da allenatore prima come tecnico delle giovanili e poi come vice Canali e Giorgis. Messa insieme una decina di panchine in giro per l’Italia, ritorna alla Sampdoria nella stagione ‘99/00 mancando la promozione in A per un solo punto. Dopo nove anni, il biennio da tecnico del Bari, ereditando la pesante eredità di Antonio Conte sino all’esonero nel torneo successivo.

Ventura, dopo una vita come calciatore e allenatore, che effetto fa seguire il calcio a distanza?

«Lo guardo in maniera distaccata perché non mi diverte più come prima. È cambiato tanto. Ho vissuto i tempi di Kakà, Zidane, Baggio, Totti, Del Piero e Ronaldinho, per citare i primi nomi che mi vengono in mente. Gente che regalava emozioni. Oggi è un calcio più ragionato. Per fare un tiro in porta ci vogliono 25 minuti. Per fortuna, ci sono delle eccezioni. Come il Napoli di due anni fa. Oppure l’Inter, l’Atalanta e il Bologna dell’anno scorso. Decisamente poco, rispetto alla noia generale».

Emozioni da recuperare appellandosi al passato. Sabato per esempio si gioca Sampdoria-Bari. Non un faccia a faccia qualsiasi per lei.

«Ho vissuto dieci anni a Genova, con la Samp. Una società alla quale sono legato. Bari è diventata la mia città. Qui vivo e mi sento ormai adottato al cento per cento. Oggi tifo assolutamente Bari, anche se non dimentico i colori blucerchiati. Un pezzo della mia vita».

Il rapporto col «San Nicola». Ha seguito il Bari di quest’anno?

«Ero allo stadio contro la Juve Stabia. Ho visto un Bari decisamente migliore rispetto allo scorso anno. Di fronte c’era un portiere bravissimo e ha preso due gol da fermo. Ho notato un entusiasmo superiore ed un senso di compattezza superiori allo scorso torneo. Il pareggio contro il Sassuolo al 93’ testimonia che la squadra ci ha creduto sino in fondo. Un segnale forte che indica che ci sono dei valori. Vedo aspetti che mi danno molta speranza. Sono fiducioso».

Bari e Samp non sono partite benissimo. Sono ultime con 1 punto in 3 partite. Anche se è presto per delle valutazioni, dove potrebbero arrivare?

«La Sampdoria ha un organico di alto livello. Davanti ha Coda e Tutino, due dei migliori attaccanti della B. Sul Bari vado controcorrente. Si è cominciato ad handicap, ma credo ci siano le potenzialità per centrare i playoff. L’organico andrà completato. Bisogna stare sereni. Ci sono ampi margini per riprendersi, sfruttando già la partita di Genova. Serve una vittoria abbinata ad una buona prestazione».

Sulla panchina blucerchiata non ci sarà Andrea Pirlo, esonerato dopo appena tre giornate.

«Il calcio sta cambiando. Il Bari dell’anno scorso era di fronte al bivio se confermare o meno Mignani col quale aveva sfiorato la A nella stagione precedente. Fu mandato via dopo una sola sconfitta, condizionando poi un’annata di sofferenza. Se non si è convinti che un allenatore vada bene, non ha senso ripartire insieme e allontanarlo dopo tre partite. È una forzatura».

Al posto di Pirlo arriva Sottil, torinese come Longo. Due tecnici giovani a confronto. Quale contributo possono dare alle loro squadre?

«Sono stati entrambi miei giocatori. I giovani hanno grande entusiasmo. Genova e Bari sono piazze simili, con pubblici importanti e grandi aspettative. E quindi con grosse responsabilità. Subentrare non sempre è la cosa migliore. Longo è una persona seria, già con esperienze positive alle spalle. Quelle negative, come a Como, fortificano. È arrivato a Bari con una gran voglia di fare. Deve stare assolutamente sereno. La squadra è determinata e questo gli consentirà di mettere in campo le sue idee tattiche. Veniamo da un’annata complicata. Ma ora, allontaniamo i fantasmi. In B bastano due vittorie e risali. Stressarsi per una gara andata male è un errore».

Cosa le hanno lasciato le diverse esperienze alla Sampdoria e qual è il ricordo più bello dell’anno e mezzo al Bari?

«Alla Sampdoria ho trascorso dieci anni della mia gioventù. Tornato da allenatore, dopo una settimana, pensai che forse sarebbe stato meglio rimanere in A col Cagliari. Mi ritrovai dal tentare di andare in Europa alla serie B. Il giorno più simpatico a Bari fu all’inizio del mio secondo anno, dopo la vittoria per 3-1 sulla Juventus. Andai a mangiare una pizza in un locale stracolmo. Appena entrato, tutto il ristorante si alzò in piedi per applaudirmi. Non dimenticherò mai l’amore del barese per la squadra. Soprattutto quando percepisce serietà, rispetto e voglia di fare bene».

In questo Bari ci vorrebbe un po’ della sua libidine. Con la multiproprietà e le sue regole, i tifosi stanno smettendo di sognare. Come se ne esce?

«Come è giusto che sia, i tifosi vorrebbero una società che programmi la risalita. Dall’altra parte, non si può riconoscere che si è fatto qualcosa di buono portando il club dalla D ad un passo dalla A. Ci sono delle regole che in Italia fanno discutere. È difficile salire, sapendo che poi devi lasciare. Una situazione in cui tutti hanno le loro ragioni, per quanto i rispettivi obiettivi possano cozzare. A meno che non si decida di vendere prima. I tifosi del Bari hanno scritto pagine incredibili, come i 15mila di Roma ai miei tempi e i 1500 di Modena quest’anno con la squadra ultima. Un amore infinito».

Un pronostico per sabato?

«Il Bari può fare un ottimo risultato. Mi fermo qui».

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