La prodezza di Ivan Provedel ha conquistato la copertina della prima giornata in Champions League. Ma il portiere della Lazio (in rete contro l’Atletico Madrid) vanta illustri predecessori tra gli estremi difensori…goleador. Limitandosi alla serie A, in principio fu Michelangelo Rampulla, guardiano dei pali della Cremonese che segnò contro l’Atalanta, nel 1992. La prodezza più recente è di Alberto Brignoli con il Benevento (nel 2017), contro il Milan. In mezzo, ecco il perentorio stacco di Massimo Taibi, nel 2001, in un «drammatico» Reggina-Udinese, con la maglia calabrese. «Il mio fu un gesto disperato - ricorda il 53enne palermitano, negli ultimi cinque anni direttore sportivo della Reggina -, era un match decisivo per la salvezza: non potevamo perdere, eravamo sotto di un gol e ci provai in ben due occasioni. Anzi, la prima volta forse mi era persino capitata una chance più facile che mandai fuori di poco. Ma Provedel è già al secondo gol in carriera: si vede che ha una certa predisposizione, ha aggredito quella palla con una cattiveria ed una determinazione degna di un bomber».
Gli inserimenti dei portieri: rispetto alla sua epoca restano un’eccezione oppure possono diventare un’arma in più nel calcio moderno?
«Secondo me si tratta comunque di una soluzione limite, però una cosa è certa: il ruolo si è evoluto, oggi si cercano molto i portieri bravi con i piedi e abili nell’impostazione. Magari ci si dimentica di guardare se poi possiedono i fondamentali per parare… Però in effetti adesso non si tratta soltanto del “guardiano dei pali”, ma di un calciatore sempre più assimilabile a quelli di movimento”.
Ma in quei frangenti convulsi, davvero il portiere può risultare determinante?
«Solo il tempo lo dirà. Negli ultimi anni sicuramente si è visto un numero maggiore di reti segnate dai portieri: da Rampulla a me passarono dieci anni, mentre ora se ne contano con una certa frequenza un po’ in tutte le categorie. Solo il tempo dirà se diventerà una vera tendenza. Tuttavia, in una mischia può diventare un problema capire chi debba marcare il portiere che magari può godere di una certa libertà».
Il portiere che si catapulta in area avversaria è convinto di poter andare a bersaglio?
«No, la verità è che ci si prova per creare un po’ di scompiglio, aggiungere un uomo in area, magari creare spazio per altri compagni. Quel gol, ad esempio, creò su di me una certa fama: al punto che in un’altra circostanza raddoppiarono la mia marcatura e si dimenticarono di Stovini, ovvero uno dei migliori colpitori di testa della Reggina. Le situazioni cambiano anche a seconda delle attitudini personali: per tornare a Provedel, lui sembra proprio avere una buona predisposizione alla scelta di tempo e allo stacco aereo. Ma vi prego: valutiamo i portieri per il loro ruolo, non per altre abilità estemporanee. Finalmente la scuola italiana sta riprendendo a sfornare talenti puri: oltre a Donnarumma, Meret, Vicario e Provedel che sono nel giro della Nazionale, penso a talenti come Carnesecchi, Caprile, Turati, Desplanches. Crediamo nei nostri ragazzi, anche se in Italia vedo ancora un po’ troppi stranieri tra i pali…».