BARI - Dimenticare subito paure e incertezze. In due giorni, il Bari deve ritrovare se stesso e affrontare con la massima determinazione la semifinale di ritorno con il Sudtirol. Ogni indugio è bandito, i calcoli non servono più: nella serata del «Druso» i biancorossi hanno dilapidato il vantaggio regalato dal terzo posto nella regular season. Un successo avrebbe messo pressochè in archivio la qualificazione, il pareggio che la formazione di Michele Mignani ha cercato esageratamente di gestire senza mai alzare i ritmi del match avrebbe comunque consentito di approcciarsi al ritorno con due risultati su tre a disposizione. Ora, invece, un solo esito consente di passare il turno: la vittoria, almeno da ottenere con qualsiasi punteggio. Basta lo scarto minimo e i pugliesi proseguirebbero la corsa verso la serie A senza bisogno di tempi supplementari. E in un attimo si riapproprierebbero in finale dei bonus garantiti a chi è salito sul podio nella stagione regolare: ovvero conquistare la promozione anche con due match in parità.
ATTEGGIAMENTO DA CAMBIARE - Il Bari non è mai stato squadra da aggressione a testa bassa. I biancorossi hanno espresso il loro volto migliore con ripartenze letali nella prima parte del campionato, poi con solidità e raziocinio in ampie porzioni del ritorno. Mai, però, la squadra di Michele Mignani si è mostrata tanto rinunciataria. Lo spirito propositivo, la voglia di trovare il modo per colpire l’avversario, non erano mai mancate. I Galletti hanno la capacità di soffrire le sfuriate avversarie, magari anche difendendosi a denti stretti. Ma certo non l’abilità di gestire un intero incontro in attesa. Tali peculiarità appartengono a compagini più esperte e smaliziate. Magari proprio al Sudtirol che ha assorbito il furore e la mentalità di un allenatore come Pierpaolo Bisoli e, quindi, non si scompone nel trascorrere intere frazioni nella sua metà campo, magari riuscendo poi a trovare il guizzo per portare addirittura a casa l’intera posta. Il Bari non è così: si tratta comunque di un gruppo composto da molti elementi che affrontano la serie B per la prima volta. L’emozione della posta in palio, l’errore nel frangente decisivo può essere preventivato. La stagione è stata scandita, invece, dalla voglia di stupire, dallo spirito di cogliere il successo in ogni campo (non sono un caso i dieci successi esterni), dalla massima espressione di un gruppo che non ha mai lesinato una stilla di energia. Ecco, il maggiore rimpianto è proprio di non aver ammirato l’intero potenziale della squadra. Le partite ad eliminazione diretta non consentono previsioni: a Bolzano, il Bari ha pagato anche la poca abitudine a disputare incontri decisivi per raggiungere un obiettivo.
CONDIZIONE E UOMINI DA RECUPERARE - Un altro punto forte dei pugliesi è stata una condizione atletica sempre all’altezza. Eppure, lunedì sera il Sudtirol è parso più brillante nel finale, sebbene avesse disputato 90 tiratissimi minuti nel turno preliminare appena tre giorni prima. Il Bari non ha approfittato dell’eventuale stanchezza avversaria, anzi ha subito le avanzate bolzanine nell’ultimo quarto d’ora. L’auspicio è che il meglio sul piano del ritmo e dell’intensità arrivi venerdì, quando gli altoatesini, invece, giocheranno la terza sfida in sette giorni. Preoccupano, inoltre, le condizioni di qualche elemento decisivo: Folorunsho accusa ancora problemi alle ginocchia, Maiello non è al top, Benedetti non ha mostrato le accelerazioni dei giorni migliori. Mignani, però, dovrà ora ricorrere ad ogni risorsa: Folorunsho potrebbe essere impiegato almeno per una porzione di match, plausibile persino il ricorso a Pucino che sta provando a superare l’infortunio al ginocchio a tempo di record.