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Maita: Bari sorpresa ma non è finita qui

 
Davide Lattanzi

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Davide Lattanzi

Maita: Bari sorpresa ma non è finita qui

«La nostra forza è sempre stata l’umiltà: bisogna guardarsi prima alle spalle poi davanti»

Mercoledì 25 Gennaio 2023, 12:51

«La nostra forza è sempre stata l’umiltà: bisogna guardarsi prima le spalle e poi davanti. Il quarto posto è un risultato sorprendente: firmerei pur di confermarlo».

Parla da leader, Mattia Maita. Un ruolo che si è conquistato sul campo, con i numeri a suo favore. Ormai è alla quarta stagione al Bari, sempre da titolare. E se in C poteva essere comprensibile (dati gli undici anni trascorsi in Lega Pro), non sarebbe giusto dare per scontata la padronanza con cui si è confermato in B, alla prima stagione da protagonista in cadetteria: 19 presenze totalizzate su 21 incontri, 1.560’ in campo, più di lui sono stati utilizzati soltanto Caprile, Di Cesare e Folorunsho. Un rendimento sempre alto, migliorabile, magari, nella produzione offensiva: fin qui, una sola rete, a Cittadella. A 28 anni è nel pieno della maturità: le responsabilità non lo spaventano e analizza la situazione dei Galletti con estrema trasparenza e lucidità.

«Nel cammino svolto finora, a mio avviso non c’è molto che possiamo rimproverarci», la premessa del centrocampista messinese. «In questo torneo, però, anche le partite sporche spesso fanno la differenza, probabilmente a noi è mancata la capacità di imporci anche quando non meritavamo pienamente. Il match di venerdì scorso a Palermo è emblematico: siamo stati autori di una buona prova, eravamo in controllo della gara e non abbiamo conquistato punti pagando un episodio rocambolesco. Fa male digerire ko di tal genere, ma dobbiamo ripartire dal campo e dal conforto della prestazione. Piuttosto, occorre alzare il livello di attenzione nei finali di partita: spesso è capitato di subire reti negli ultimi minuti. Così come non dobbiamo cadere nel nervosismo se ci troviamo in situazioni di svantaggio: a mio avviso, l’espulsione di Cheddira è stata eccessiva perché la prima ammonizione non c’era, ma è pur vero che dopo la rete subita ci siamo fatti un po’ prendere dall’emotività».

Le prime tre in classifica stanno tentando la fuga: lecito chiedersi, dopo oltre un girone, quale sia la reale missione del Bari. «Il nostro rendimento è dovuto ad uno spirito da combattenti», spiega Maita. «Abbiamo sempre pensato a guardarci innanzitutto le spalle: ogni volta che abbiamo alzato l’asticella in alto o che ci siamo sentiti forti, abbiamo puntualmente preso schiaffi. Portiamo un nome importante, ma pur sempre siamo una matricola. Maggiore umiltà e rispetto per gli avversari mostriamo, tanto meglio è per noi. Questa è una B di altissimo profilo: stanno incontrando difficoltà formazioni quotate come il Venezia o Perugia. Perciò, lo dico anch’io senza mezzi termini: l’obiettivo principale resta la salvezza. Ora siamo ben oltre, ma il traguardo non è raggiunto: blindiamo la categoria e poi magari pensiamo ad altro. Maiello ha dichiarato che firmerebbe per il quarto posto? Sono d’accordo: è un risultato inaspettato, straordinario. È giusto non porsi obiettivi, ma se confermassimo questa posizione, saremmo stati protagonisti di una stagione eccellente. Bari è una piazza che merita la serie A: gli spettacoli offerti dal nostro pubblico lo dimostrano in pieno. Ma noi dobbiamo crescere gradualmente: è scontato che speriamo di centrare qualcosa di clamoroso, ci proveremo con tutte le forze, ma tenendo i piedi ben saldi alla realtà e impegnandoci per guadagnarci di nuovo la magia che al San Nicola si è respirata con il Genoa. Sarebbe davvero bello rivivere quell’atmosfera».

Senza la fragorosa esplosione di Caprile e Cheddira, forse si parlerebbe anche di lui tra i gioielli nella vetrina biancorossa. «Elia e Walid sono giovanissimi e hanno qualità straordinarie: sono destinati ad un grande futuro e meritano la copertina. Io sono felicissimo di ciò che sto esprimendo: per tanti anni ho pensato che non fossi pronto per la B. Ma non vivo per i riflettori: mi interessa soltanto portare in alto la squadra. Si parla di rinforzi a centrocampo? Il direttore Polito ha dimostrato di comprare sempre per un motivo preciso: nel reparto siamo sei, ma entriamo in una fase delicata e se arriva qualcuno in più, sarà ben accolto».

Si prospetta il trittico di incontri con Perugia, Spal e Cosenza: il Bari ha conquistato proprio con le compagini di medio-bassa classifica gran parte del suo bottino. Può essere il momento per spiccare il volo? «Può darsi che le prossime tre partite siano determinanti per delineare una prospettiva. Ma in questo campionato non c’è un lato debole o uno forte: già sabato con il Perugia ci attende una sfida tostissima. Mancherà Cheddira? Le soluzioni non mancano. Tra noi è capitato un po’ a tutti di giocare meno, ma Antenucci resta il nostro bomber: è sempre carico, ha il gol dentro. Mirco non si discute».

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