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Calcio, il Bari saluta un incredibile e magico 2022

 
Davide Lattanzi

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Davide Lattanzi

Calcio, il Bari saluta un incredibile e magico 2022

Dopo un lunghissimo periodo di autentici traumi (la retrocessione dalla A del 2011, la crisi societaria e le penalità dei tre campionati successivi, lo scandalo calcioscommesse, i fallimenti del 2014 e del 2018, la ripartenza transitando da serie D e C), il club biancorosso ha ripreso a vincere e a respirare

Venerdì 30 Dicembre 2022, 13:44

Passerà alla storia come l’anno della rinascita. Non sarà facile per il Bari salutare questo 2022. Dopo un lunghissimo periodo di autentici traumi (la retrocessione dalla A del 2011, la crisi societaria e le penalità dei tre campionati successivi, lo scandalo calcioscommesse, i fallimenti del 2014 e del 2018, la ripartenza transitando da serie D e C), il club biancorosso ha ripreso a vincere e a respirare atmosfere più consone al suo blasone. L’apoteosi degli oltre 48mila spettatori registrati nel match con il Genoa riassume una passione ritrovata ad ogni latitudine nella città del pallone. Che, però, non si accontenterà del semplice ruolo di outsider in cadetteria. La piazza per il futuro continua ad anelare quella presenza stabile nel massimo campionato che non si è mai raggiunta in una storia ormai quasi giunta al 115esimo capitolo. La missione richiesta al club sarà porre le basi per riuscirci il prima possibile.

DAI CASI COVID ALLA PRIMA FRENATA Campione d’inverno con ampio margine sulle inseguitrici. Così si presentava il Bari all’alba di un anno che, però, comincia in salita. Il rientro dalle vacanze natalizie porta tra i Galletti una nuova ondata di casi Covid (poco meno di una decina i nuovi positivi tra i calciatori) che segue il precedente estivo (con il ritiro pressochè saltato in blocco). Ma la situazione riguarda l’intera Lega Pro, costretta a rinviare due turni di campionato. Si riprende, così, soltanto il 23 gennaio, al San Nicola contro il Catania. Ed ecco altre tegole in rapida successione. Ruben Botta rimedia un grave infortunio che, di fatto, gli farà saltare in blocco la seconda parte della stagione, la squadra va sotto 3-1, ma riesce a risalire sul 3-3. I successivi successi in trasferta con Paganese e Monterosi, pur tra qualche sofferenza, mantengono il sereno in classifica. Il mercato, invece, porta in dote un pilastro come Maiello, così come torna all’ovile, per la quarta volta in carriera, Cristian Galano. Febbraio, però, si rivela il mese più difficile dell’anno: sconfitta in casa con il Messina, pari a Monopoli, successo di misura con la Turris, altra caduta interna con il Campobasso. Il derby di Foggia, sotto una pioggia da record, sembra nascondere oscuri presagi. Ma un eurogol di Mallamo proprio all’ultimo respiro salva i Galletti sul 2-2. Tuttavia, la sagoma del Catanzaro, lontano cinque lunghezze, comincia a farsi minacciosa.

LA B IN 180’ Nel momento più delicato, il mondo biancorosso cambia in due gare, all’inizio di marzo. Sembra da romanzo la vittoria sulla Virtus Francavilla: sotto un altro acquazzone, la fuga di Citro con sinistro sotto la traversa per il definitivo 2-1 assume connotati «epici», nel frattempo il Catanzaro crolla a Monopoli. Lo scontro diretto della settimana successiva è l’ultima spiaggia per i calabresi che passano in vantaggio con Fazio, ma sono «ribaltati» da un rigore trasformato da Antenucci e da una fantastica rete di D’Errico: una prodezza che diventa un po’ la cartolina della stagione. Il vantaggio sulla seconda sale a +11, la strada per la promozione è spianata. Le affermazioni di misura su Juve Stabia e Vibonese regalano il primo match point con la Fidelis Andria: davanti a quasi 25mila spettatori, il derby termina 0-0 e il matematico ritorno in cadetteria è rimandato.

ESPLODE LA «BARIMANIA» L’impresa si compie, così, il 3 aprile a Latina (1-0, rete di Antenucci), proprio dove nel 2014 un beffardo 2-2 interruppe la corsa verso la A nella «meravigliosa stagione fallimentare». L’approdo in cadetteria con tre giornate d’anticipo fa esplodere di gioia la città. Decine di migliaia le persone che colorano il centro di biancorosso e, in piena notte, raggiungono il San Nicola per festeggiare la squadra di ritorno dalla trasferta laziale. Una passione che divampa ulteriormente nelle successive gare interne: di nuovo oltre quota 20mila contro l’Avellino, quasi 26mila con il Palermo, nel giorno in cui capitan Di Cesare solleva al cielo la coppa spettante alla vincitrice del girone C. Nemmeno in B si registrano dati di affluenza così alti: città e squadra si stringono in un magico sodalizio. La stagione si chiude con l’uscita dalla Supercoppa di serie C (sconfitta con il Sudtirol, pari a Modena), ma ci si proietta ormai al futuro torneo cadetto, con la conferma in blocco del binomio Polito-Mignani.

NUOVI GIOIELLI DA UN MERCATO OCULATO La B ritrovata dopo quattro anni lascia presagire qualche colpo ad effetto. Invece, la campagna trasferimenti estiva si svolge all’insegna dei passi cadenzati. L’esperienza di Vicari in difesa, il ritorno di Bellomo e Folorunsho, l’arrivo di diversi giovani sconosciuti alle grandi platee (Caprile, Dorval, Benedetti, Cangiano) scandisce il tempo di attesa per un attaccante di grido. Invece, nell’ultimo giorno di mercato, l’investimento sul centravanti va sul francese Scheidler che arriva in coppia con il talento Salcedo prelevato dall’Inter. A fine luglio, nel frattempo, la Figc regolamenta l’annosa questione sulla multiproprietà, prorogando dall’iniziale scadenza del 2024 all’inizio del torneo 2028-29 l’obbligo di dismissione dell’istituto. Il presidente Luigi De Laurentiis rassicura la piazza ribadendo che «un termine più lungo consentirà di avviare una serie programmazione che mirerà senza indugio al salto nel massimo campionato». A inizio di agosto ecco splendere due gemme purissime. Cheddira segna a raffica in Coppa Italia (doppietta con il Padova, tripletta con il Verona), il portiere Caprile si rivela con interventi incredibili che gli valgono la maglia da indiscusso titolare.

CHEDDIRA IN VETTA ALLA B E… AL MONDO Il 24enne attaccate non si ferma più: segna a raffica nei primi otto turni di campionato arrampicandosi in vetta alla classifica marcatori e portando i Galletti in testa al campionato con 18 punti in otto giornate (cinque vittorie, tre pareggi, zero sconfitte). Il San Nicola comincia a macinare primati di pubblico, registrando già alla prima gara interna oltre 35mila spettatori. Nell’estasi generale, la punta originaria di Loreto conquista le attenzioni della nazionale marocchina che lo convoca per le ultime due amichevoli precedenti il Mondiale: saranno il suo biglietto per il Qatar. Impensabile per un ragazzo, reduce da sette reti in serie C. E nella rassegna iridata, pur collezionando due sole presenze con un’espulsione, fa comunque parte della favola scritta dai Leoni dell’Atlante, eliminati soltanto in semifinale dalla Francia dopo aver sconfitto big quali Belgio, Spagna e Portogallo.

TANTI PAREGGI, ALTRA APOTEOSI Il resto è storia recente. I biancorossi in campionato rallentano: gli stop con Ascoli e Frosinone, quindi cinque pareggi di fila (con Ternana, Benevento, Sudtirol, Como e Pisa) prima di piazzare i successi con Cittadella e Modena e tornare indenni dalla trasferta con la Reggina. L’ultima di andata propone il prestigioso confronto con il Genoa che condivide il terzo posto con la truppa di Mignani. Il San Nicola registra il nuovo primato di pubblico nel giorno di Santo Stefano con 48.877 presenze: la spuntano 2-1 i liguri, ma la magia non si spegne. Al 2023 il compito di tenerla più viva che mai.

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