Alto, biondo, occhi chiari. Non proprio le caratteristiche tipiche salentine. Eppure questo 23enne venuto dal freddo Nord Europa ci ha messo pochissimo ad ambientarsi nel Tacco d’Italia e a diventare il beniamino dei tifosi giallorossi.
Da questa stagione in serie A, peraltro, il danese Morten Hjulmand è anche il capitano del Lecce. Una fascia conquistata con l’impegno, la professionalità, la serietà dimostrata in campo e fuori. Mai una parola fuori posto, mai un atteggiamento fuori le righe. Per la società e mister Marco Baroni è stata quasi una scelta obbligata dopo l’addio di elementi del calibro di Fabio Lucioni e Massimo Coda.
Hjulmand, insieme a pochi altri, è uno dei «sopravvissuti» alla rivoluzione apportata nella rosa quest’estate. Qualcuno si aspettava una conferma quasi in blocco della squadra, che a giugno ha conquistato meritatamente la promozione in massima serie. Invece, oltre a Hjulmand, su una rosa di 32 giocatori ne sono rimasti molti meno della metà: Bleve, Dermaku, Tuia, Gendrey, Gallo, Blin, Gonzalez, Helgason, Listkowski, Pablo Rodriguez e Strefezza.
Hjulmand, centrocampista classe 1999, è arrivato nel Salento a gennaio del 2021, pescato da Pantaleo Corvino nell’Admira Wacker, club della seria A austriaca che in quel momento occupava l’ultimo posto in classifica. E, pur consapevoli delle straordinarie doti di talent scout del mago del mercato giallorosso, in pochi avrebbero scommesso su questo giocatore cresciuto nel vivaio del Copenaghen e passato dalle varie giovanili della Nazionale della Danimarca. Invece, praticamente da subito, Hjulmand è diventato un elemento imprescindibile dell’undici messo in campo prima da Eugenio Corini e poi da mister Baroni.
L’esordio in giallorosso dell’allora 21enne danese si registra il 24 gennaio del 2021, a poco più di una settimana dal suo trasferimento. Corini lo butta in campo, al 67’ di Lecce-Empoli, al posto del greco Tachtsidis, che da quel momento in poi non prende benissimo l’avvicendamento con Hjulmand. Ma quest’ultimo fa vedere subito di che pasta è fatto: nonostante la giovane età, dimostra capacità e personalità da veterano. Sarà un caso, ma proprio quella gara, in cui i giallorossi erano sotto di due reti al Via del Mare con l’allora capolista di B, dall’ingresso di Hjulmand segnano Mancosu e Pablo Rodriguez e la gara termina sul 2-2.
Da lì in poi il numero 42 del Lecce diventa sempre più il perno del centrocampo salentino: recupera palloni in quantità industriale, spesso sradicandoli dai piedi degli avversari, senza (quasi) mai commettere fallo, imposta il gioco, detta i tempi ai compagni. Diventa il meccanismo di precisione tra difesa e attacco, il giocatore che si trova sempre al posto giusto al momento giusto. Colleziona 21 presenze nella stagione 2020/2021, ben 37 in quella successiva sempre in B e ulteriori 7 nell’annata in corso di serie A. Praticamente ha giocato tutte le prime sette giornate di questo campionato, partendo ovviamente da titolare e senza essere mai sostituito da Baroni. Come lui solo altri tre giocatori giallorossi: il portiere Wladimiro Falcone tra i pali, Valentin Gendrey a destra nel reparto arretrato e Federico Baschirotto al centro della difesa.
Il 9 giugno scorso è stato convocato per la prima volta in nazionale maggiore, in occasione delle gare Danimarca-Croazia e Danimarca-Austria, valevoli per la Uefa Nations League 2022-2023.
In giallorosso, per ora, gli manca solo la gioia di segnare un gol. Intanto il suo valore di mercato è schizzato: pagato dal Lecce all’Admira circa 100mila euro, ora il cartellino di Hjulmand vale almeno 6 milioni e mezzo di euro. Ma il suo prezzo è destinato a salire ulteriormente. Intanto, la società presieduta da Saverio Sticchi Damiani lo ha sotto contratto fino a giugno 2024. E ha resistito alle sirene delle offerte di qualche grosso club italiano, che a gennaio, con la riapertura del mercato invernale, potrebbe tornare a bussare alle porte del Lecce per aggiudicarselo.