POTENZA - Come annunciato più volte nel corso della stagione, stamani, in una conferenza stampa allo stadio «Viviani», Salvatore Caiata ha confermato che lascerà la presidenza del Potenza, la squadra della serie C di calcio già salva dal 17 aprile scorso. Caiata - che è deputato di Fratelli d’Italia - aveva acquisito le quote di maggioranza della società rossoblù nel luglio 2017. Alla prima stagione, la vittoria della serie D, poi quattro campionati consecutivi di C, i primi due con la qualificazione ai playoff, gli ultimi due con la salvezza diretta conquistata senza passare per i playout.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, l’ormai ex presidente ha ricordato che «in questi anni la nostra società non ha mai avuto problemi federali: io - ha aggiunto - resto comunque a disposizione di chi prenderà in mano le redini del Potenza. E in questo senso - ha continuato - mi auguro che la città voglia contribuire all’azione dell’associazione Potenza 1919», composta da imprenditori e professionisti del capoluogo lucano. Il presidente Caiata ha annunciato le sue intenzioni in una conferenza stampa resa pubblica da una diretta Facebook del club lucano.
«Lascio il Potenza - ha sottolineato Caiata - per stanchezza mentale, familiare, affettiva, economica. Non riuscirei mai a fare il presidente part-time. E posso continuare a vivere bene anche senza l’attenzione mediatica». Durante l'incontro con i giornalisti, Caiata ha inoltre reso noto che comunicherà la sua decisione ai rappresentanti istituzionali, a cominciare dal sindaco di Potenza e dal presidente della Regione Basilicata. Ripercorrendo gli ultimi cinque anni, Caiata ha evidenziato che «quello di cui» va «più orgoglioso di questa gestione è il bilancio sociale, con decine di iniziative di solidarietà» e che avrebbe voluto riportare il Potenza in serie B, campionato da cui manca dagli anni Sessanta. E rispondendo alle domande dei giornalisti, l’ormai ex presidente ha poi detto che non è sua intenzione candidarsi a sindaco di Potenza e che «niente o nessuno potrà fargli cambiare idea sulla decisione di lasciare la guida della società lucana».