«Sapevamo di essere attesi da una gara insidiosa, contro avversari molto abili in entrambe le fasi. Il primo tempo è stato in equilibrio, ma lo abbiamo iniziato sviluppando la nostra proposta di gioco e dando l’impressione di potere arrivare al gol, che abbiamo effettivamente realizzato con Mancosu. Spesso, però, non siamo stati efficaci al momento della conclusione verso la porta del Venezia che, sullo 0-0, ha tirato una sola volta da fuori area. Poi i nero-verdi hanno segnato due belle reti, prima con una azione sulla fascia sinistra e poi con un’altra su quella opposta. Per 45’, le due formazioni hanno cercato di superarsi. I nostri rivali sono stati molto attenti nel non possesso, facendosi trovare pronti a contrattaccare». Questa è l’analisi di Corini in relazione alla prima metà della gara che il suo Lecce ha pareggiato per 2-2 con l’undici diretto da Zanetti.
Il trainer bresciano valuta quindi l’andamento della ripresa. «Nel secondo tempo c’è stato un nostro dominio territoriale - sottolinea -. Abbiamo costretto il Venezia a difendersi sempre più in basso. Abbiamo portato tanti palloni nella loro area ed abbiamo pareggiato con una grande azione di Falco, che ha creato le premesse per il gol di Coda. Ma siamo riusciti a concludere meno di quanto costruito. Senz’altro per la capacità del Venezia di creare tanta densità in area, ma anche perché a noi è mancato un pizzico di lucidità nell’ultima scelta, al momento di tirare, nel penultimo passaggio o nell’assist finale».
Corini sa bene che il punto raggranellato potrà essere utile, alla lunga, nell’ottica del raggiungimento del traguardo finale: «Non siamo stati brillanti come in altre occasioni, ma le cose che volevamo fare le abbiamo sviluppate. Inoltre, è mancato un pizzico di fortuna perché magari nel secondo tempo avremmo potuto vincere il match. Comunque, è venuto fuori un pari che ci teniamo stretto perché a volte partite come questa, nelle quali per 45’ una squadra gioca nella metà campo avversaria, si rischia di perderle. È importante avere allungato la striscia dei risultati positivi, fermo restando che quando si va in campo lo si fa con l’obiettivo di vincere».
Quello tra Lecce e Venezia è stato uno dei numerosi big-match che il campionato cadetto proporrà da qui alla conclusione dell’annata agonistica, in considerazione del fatto che ci sono tante pretendenti al salto di categoria. «I lagunari erano e sono un solo punto dietro di noi - rimarca Corini -. Quindi hanno il nostro medesimo ruolino di marcia. Sapevamo che ci avrebbero reso la vita difficile e così è stato. A me fa piacere che la squadra, sotto per 2-1 alla fine del primo tempo, abbia saputo dominare la ripresa come dimostrano i dati del possesso e delle palle giocate nell’area avversaria».
Corini aggiunge altri aspetti che reputa positivi, a fronte di uno che è stato negativo: «Mi è piaciuta la mentalità di avere provato sempre a sviluppare la proposta di gioco che conosciamo, così come è stato importante non esserci disuniti quando il Venezia ha ribaltato il risultato. Nella ripresa, sistemato qualche dettaglio dal punto di vista tattico, abbiamo giocato bene. Di contro non siamo stati incisivi, ma anche per merito dei nero-verdi che ci hanno permesso di calciare in porta molto meno di quanto facciamo di solito».
Massimo Coda, salito a quota 8 nella classifica dei marcatori, ed il capitano Marco Mancosu si sono rivelati ancora una folta fondamentali nell’economia del gioco del Lecce. «Sono calciatori di grande qualità, per noi molto importanti», chioda Corini, che guarda avanti: «Ora, testa al Frosinone, che ha ribaltato dallo 0-2 al 3-2 la gara con il Chievo. Negli ultimi anni, i ciociari hanno militato in A o sono stati promossi o sono stati grandi protagonisti tra i cadetti. Affronteremo quindi un avversario di grande valore, ma ciò che non siamo riusciti a fare contro il Venezia contiamo di farlo sabato prossimo».