Il Lecce batte 1-0 la Fiorentina in un match valido per la decima giornata di Serie A, disputato allo stadio 'Artemio Franchi' di Firenze. A decidere la partita il gol di Berisha al 23'. In classifica i salentini agganciano il Cagliari al 14° posto con 9 punti, mentre i viola restano fermi in penultima posizione a quota 4.
La Fiorentina di Stefano Pioli è sempre più crisi. Perde anche con il Lecce 0-1 e rimane sempre più in fondo alla classifica, invischiata nella lotta per non retrocedere, contestata dai suoi tifosi sempre più delusi e infuriati. Ai pugliesi, al secondo successo stagionale, sempre in trasferta dopo quello ottenuto a Parma, sono bastati il gol realizzato a metà del primo tempo con Berisha e una prestazione ordinata, senza strafare, nella quale alla fine ha rischiato poco o nulla.
Inevitabile contro questa Fiorentina fantasma, che subisce sistematicamente alla prima occasione avversaria e non riesce a segnare, che dopo dieci giornate di campionato non ha ancora mai vinto (record negativo nella storia quasi centenaria del club) e ha raccolto appena 4 punti. In passato, sotto la gestione Cecchi Gori, è retrocessa con Batistuta, Effenberg e Brian Laudrup, adesso la Serie B è uno spauracchio con cui la squadra viola, partita con ben altre ambizioni, dovrà convivere. Fischi e cori di protesta contro i giocatori ('Andate a lavorarè, 'Onorate la maglià, 'Fate riderè) e anche per la prima volta lo slogan 'Pioli salta la panchinà lanciato con il tecnico tornato a Firenze in estate. Lo stesso Pioli al fischio finale è uscito a testa bassa, lasciando il campo da solo (ogni decisione è possibile) mentre fuori dallo stadio si radunavano alcuni tifosi.
La gara per la Fiorentina si è messa in salita già al 23' del primo tempo quando il Lecce, con la sua manovra semplice ma assai più organizzata e lucida di quella degli avversari, è passato con Berisha. A quel punto dalla curva viola, e non solo, sono partiti fischi e cori per invitare i giocatori a correre e a tirare fuori gli attributi, cori che erano già stati lanciati al fischio d’inizio a conferma di un clima incandescente che ha portato fra l’altro Daniele Pradè a dimettersi ieri dall’incarico di direttore sportivo. Una reazione veemente della Fiorentina non c'è stata, la squadra di Pioli è apparsa al solito spenta e macchinosa, senza riuscire a sfruttare le uniche due occasioni create prima dell’intervallo, con Kean (parata di Falcone) e Ranieri che di testa ha sparato alto da posizione ravvicinata, nel mezzo il debole tentativo di Dzeko preferito inizialmente a Gudmundsson.
Nella ripresa Pioli ha provato a correggere e a scuotere la sua squadra cambiando i tre centrocampisti finora ad allora deludenti, ) Ndour, Nicolussi Caviglia e Fagioli per inserire Gudmundsson, Mandragora e Sohm, poco dopo sono entrati Piccoli e Fazzini. La Fiorentina però non ha combinato nulla: da segnalare solo un tiro di Kean parato sulla linea di porta, un tentativo dalla distanza di Sohm e un rigore prima concesso da Rapuano all’85'poi tolto dopo il Var per un presunto contatto Ranieri-Pierotti che ha innervosito ancor i viola e alzato i decibel della contestazione dei tifosi.
















