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Torre Guaceto, «Un museo per i reperti degli scavi archeologici nella riserva naturale»

 
Raffaele Romano

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Raffaele Romano

Torre Guaceto, «Un museo per i reperti degli scavi archeologici nella riserva naturale»

Ampi tratti della necropoli, grazie soprattutto all’innalzamento del livello del mare, sono ancora ben conservati sia al di sotto della duna che della vegetazione costiera retrostante

Domenica 09 Giugno 2024, 11:41

TORRE GUACETO - «La quantità e la qualità dei reperti, frutto delle campagne di scavo fin qui eseguite, sono tali che si rende quanto mai necessario e urgente individuare un immobile privato, nell’area della riserva, da destinare a museo»: è quanto afferma il professor Teodoro Scarano, del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, che sta portando avanti da quattro anni a questa parte le indagini archeologiche a Torre Guaceto.

L’altro ieri, a valle della cerimonia di inaugurazione dei servizi che caratterizzeranno la stagione estiva nella riserva naturale, è stato possibile verificare l’andamento della nuova campagna di scavi, avviata agli inizi del mese.

Tra la spiaggia delle conchiglie e la terza caletta, come è noto, è stata scoperta una necropoli a cremazione (sepoltura tipica dell’Europa centrale, diffusasi in Italia a partire dalla pianura padana) risalente alla tarda età del Bronzo, vicina al villaggio che all’epoca sorgeva sul promontorio della torre. Fin dai primi scavi, effettuati nel 2021, gli archeologi non hanno avuto alcun dubbio nel definirlo «un sito di importanza continentale».

Ampi tratti della necropoli, grazie soprattutto all’innalzamento del livello del mare, sono ancora ben conservati sia al di sotto della duna che della vegetazione costiera retrostante.

Alcune tombe presentano sia l’urna, sia la ciotola di copertura ancora integralmente conservate all’interno del pozzetto di deposizione.

Stando ai reperti fin qui riemersi, chi utilizzava questa necropoli deponeva le urne funerarie in depressioni naturali della roccia o all’interno di pozzetti appositamente scavati al suo interno. E le urne hanno riportato alla luce, oltre ovviamente ai resti umani, anche oggetti di corredo bruciati insieme al corpo del defunto, come degli spilloni di bronzo o un rasoio bitagliente, sempre in bronzo.

«Mettere in mostra e rendere fruibile lo straordinario patrimonio che sta emergendo, grazie a qualche stakeholder che metta a disposizione un proprio spazio - dice ancora il direttore dello scavo, Scarano - sarebbe un messaggio bellissimo, vorrebbe dire fare di quello spazio un luogo che comunica bellezza e dare ancora più valore allo straordinario patrimonio storico ed archeologico di Torre Guaceto».

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