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Francavilla Fontana, omicidio del 19enne Paolo Stasi: arrestati in tre. Il presunto killer all'epoca era minorenne. «Volevano uccidere anche la madre» VIDEO

 
Redazione online

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A Francavilla Fontana domenica la marcia per la legalità dopo l'omicidio di Paolo Stasi

Otto indagati, tra loro ci sarebbe anche la madre del giovane

Lunedì 22 Maggio 2023, 08:15

17:44

FRANCAVILLA FONTANA - Tre persone sonostate arrestate dai carabinieri (due in carcere e 1 ai domiciliari) e altre due sono sottoposte ad obbligo di dimora nell’ambito delle indagini sull'omicidio del 19enne Paolo Stasi, compiuto a Francavilla Fontana il 9 novembre del 2022 davanti a casa del giovane. Tra le persone arrestate c'è un 18enne che all’epoca dei fatti aveva 17 anni. Le accuse nei loro confronti sono a vario titolo di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e futili motivi. Complessivamente sono otto le persone indagate, tra cui a quanto emerge figurerebbe anche la madre del giovane, indagata per reati relativi allo spaccio di sostanze stupefacenti. 

Tra gli otto indagati nell’inchiesta della Procura di Brindisi per l’omicidio del 19enne, c'è anche la madre di Paolo Stasi, Annunziata D’Errico che è accusata di detenzione ai fini di spaccio di droga, in particolare marijuana. La donna sarebbe coinvolta nell’attività di spaccio che, secondo quanto accertato nei mesi scorsi dagli investigatori, avveniva all’interno dell’abitazione dove viveva col figlio. L’omicidio di Stasi sarebbe maturato - ritengono gli inquirenti - nell’ambito di queste attività illecite di spaccio di sostanza stupefacente.

Gli arresti sono stati fatti dai carabinieri del comando provinciale di Brindisi e della compagnia di Francavilla Fontana in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Brindisi e da quello presso il Tribunale dei minorenni di Lecce (uno degli arrestati aveva meno di 18 anni all’epoca dei fatti) su richiesta delle rispettive procure.

IL PRESUNTO ESECUTORE MATERIALE ERA MINORENNE

Sarebbe stato un giovane all’epoca dei fatti 17enne l’esecutore materiale dell’omicidio di Paolo Stasi, compiuto il 9 novembre del 2022 a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi. Sarebbe stato lui a far scendere di casa con una scusa Stasi e a sparargli a freddo dinanzi al portone, mentre un altro giovane di Francavilla Fontana, un 21enne, guidava l’auto su cui sono poi sono fuggiti. Entrambi sono stati arrestati e trasferiti in carcere. Il movente dell’uccisione di Stasi è riconducibile - secondo gli inquirenti - ad un debito di circa 5mila euro maturato a causa dell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti.

I due giovani arrestati, secondo l'accusa, avrebbero proseguito l’attività di spaccio, per la quale anche la mamma di Stasi è indagata, anche dopo l’omicidio del giovane 19enne e venivano supportati in questo anche dalle loro due fidanzate: una 24enne che si trova ora ai domiciliari, ed una 20enne per la quale è stato disposto l’obbligo di dimora. Quest’ultima misura cautelare è stata disposta anche per un altro giovane di 20 anni di Francavilla Fontana, che secondo l'accusa, avrebbe preso il posto di Paolo Stasi, quale «custode della sostanza stupefacente».
L’omicidio del 19enne fu compiuto alle 17.20 del 9 novembre scorso: alla guida dell’auto, secondo l’accusa, c'era il 21enne, mentre seduto sul sedile posteriore per eludere i controlli delle telecamere della zona c'era il 17enne. Quest’ultimo avrebbe fatto scendere di casa Paolo Stasi con un pretesto per poi ucciderlo con due colpi di pistola che hanno raggiunto la vittima al torace.

VOLEVANO UCCIDERE ANCHE LA MADRE DI PAOLO

Luigi Borracino e Cristian Candita, i due giovani arrestati per l’omicidio di Paolo Stasi, hanno «palesato nel corso di alcune conversazioni l'intenzione di uccidere anche la madre» della giovane vittima, Annunziata D’Errico, «ritenendo nella loro ingenuità che la D’Errico fosse l’unica persona a conoscenza dei rapporti illeciti che coinvolgevano il Borracino ed il figlio defunto" nello spaccio di droga.

L’intercettazione, definita dal gip «emblematica», è riportata nell’ordinanza di custodia cautelare e risale al 14 gennaio 2013 mentre Borracino e Candida si trovano nella Fiat Grande Punto di quest’ultimo.
Secondo l’accusa, Borracino e Candita ritenevano che la donna "fosse l’unica che avrebbe potuto far emergere il coinvolgimento di Borracino nell’omicidio del figlio».
E’ Borracino - secondo il giudice - a sostenere che sia necessario eliminare la donna, mentre Candita cerca di dissuaderlo «solo - annota il gip - con riguardo alla tempistica».

Dice Borracino: «Hai capito! ... Iniziamo già a sparare qualcuno già da questa sera...» Candita: «Noooo ... non dobbiamo sparare più nessuno». Borracino: «Siiii». Candita: «Siii... Non adesso compà... adesso stanno brutte le cose... uè compà...tu compà...». Borracino: "Adesso quella dovevamo 'farè (sparare a quella intesa per Annunziata D’Errico», annota il gip). Candita: «io ti capisco.. che vuoi fare... che vuoi fare...». Borracino: «Quella dobbiamo 'farè ora... No?». Candita: «Che c... vuoi fare... Nooo..."; Borracino: «Lei proprio». Candida: «No, tu ora ti devi stare fermo... compà.. già è... già è così e stai vedendo.. salgono sempre di più (ndr riferito agli organi inquirenti). Se tu ora uccidi quella (ndr. Annunziata D’errico) pure tra un anno compà... siccome sanno che ti ha fatto il nome tuo... il primo da te vengono va! E ti chiudono in quel momento... No, non hanno ... la prova quella è che quella (ndr Annunziata D’erico) ha parlato e tu sei uscito avanti (ndr allo scoperto) come un pollo...».
Subito dopo Borracino abbassa la voce, ricorda che l’avvocato e gli amici gli hanno detto di non parlare al telefono perché è intercettato.
Il gip utilizza l’intenzione dei due di voler uccidere la mamma di Paolo Stasi motivando le esigenze cautelari. Il giudice, infatti, ipotizza che entrambi, se lasciati liberi, possano reiterare reati della stessa specie e inquinare le prove e li definisce come «portatori di una capacità a delinquere così spiccata da imporre la custodia in carcere».

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