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Francavilla, delitto del 19enne Stasi, riflettori sul revolver

 
Antonio Negro

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Antonio Negro

Francavilla, delitto del 19enne Stasi, riflettori sul revolver

In attesa dei rilievi del Ris si cercano tracce di eventuali contatti col possessore dell’arma

Mercoledì 23 Novembre 2022, 11:37

FRANCAVILLA FONTANA - In attesa dei riscontri dei Carabinieri del Ris sulla pistola sequestrata si cerca di verificare la sussistenza di eventuali contatti intercorsi tra la vittima e l’uomo di 54 anni al momento finito in carcere «solo» per possesso di arma clandestina (la matricola della pistola era abrasa) e munizioni, oltre che per detenzione ai fini di spaccio di 150 grammi di marijuana.

Posti di blocco, perquisizioni, pedinamenti e indagini scientifiche sui «reperti» finora acquisiti stanno impegnando giorno e notte i Carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana e del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Brindisi, ma al momento non c’è nessun indiziato per l’omicidio di Paolo Stasi, il 19enne francavillese ucciso la sera di mercoledì 9 ottobre in via Occhibianchi, sul portone dello stabile che ospita l’appartamento in cui risiedeva coi suoi genitori.

Il flebile e per ora solo ipotetico legame che potrebbe legare al delitto l’arma finita sotto sequestro, ed in queste ore sotto la «lente» dei militari del Raggruppamento indagini scientifiche (Ris) dell’Arma, scaturisce semplicemente da due caratteristiche della pistola illegalmente detenuta dal 54enne arrestato: il calibro e la stessa tipologia di arma corta. Si tratta infatti di una calibro 32, in grado quindi di far fuoco utilizzando proiettili di dimensioni assai contenute, potenzialmente compatibili con i due fori di ingresso rilevati sul corpo della vittima dal medico legale che sabato scorso ha eseguito l’autopsia. Quanto alla tipologia di pistola, poi, va detto che fin dalle primissime battute delle indagini, non essendo stati rivenuti bossoli sul luogo del delitto, si è ipotizzato che il killer abbia verosimilmente utilizzato non una pistola semiautomatica ma un revolver, vale a dire una pistola a tamburo - come quella sequestrata al 54enne - e quindi priva di estrattore per l’espulsione dei bossoli al momento di far fuoco.

Bisognerà quindi attendere l’esito dei rilievi del Ris per eventualmente avvalorare l’ipotesi di un legame tra la pistola sequestrata e l’uccisione di Paolo. Ma nel frattempo, gli investigatori al lavoro nell’ambito dell’inchiesta aperta sul caso dal sostituto procuratore Giuseppe Denozza stanno provando a verificare la sussistenza di eventuali altri indizi. In particolare si sta cercando di accertare, attraverso il telefono cellulare della vittima, se prima dell’uccisione erano intercorsi contatti tra Paolo ed il 54enne possessore del revolver oggetto di indagini scientifiche.

Per poter quindi stabilire se la pista legata all’arma finita sotto sequestro sia valida o meno, sarà necessario incrociare una serie di elementi di fatto al momento non disponibili, a partire dalle risultanze degli esami del Ris sulla calibro 32, che inevitabilmente richiederanno qualche giorno di tempo.

Nella città degli Imperiali, intanto, è ancora forte la commozione ed il desiderio di verità sull’accaduto, dopo la vicinanza espressa dalla comunità e dalle istituzioni alla famiglia di Paolo, nel corso dei funerali celebrati da monsignor Alfonso Bentivoglio domenica pomeriggio, nella Basilica pontificia del SS Rosario.

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