«Un mero disguido interno». Questa, in sintesi, la giustificazione addotta dall’Asl di Brindisi in merito alla paradossale vicenda raccontata nell’edizione di ieri dalla «Gazzetta», che ha visto un paziente 82enne costretto a portarsi a casa (per conservarlo due giorni nel... frigo) un campione da sottoporre a biopsia. Come aveva già annunciato, infatti, l’azienda sanitaria locale ha voluto fare le opportune verifiche per capire cosa potesse essere accaduto, ma alla fine la spiegazione risulta essere una... mezza risposta, lasciando intendere che verosimilmente la vicenda potrebbe avere un seguito all’interno dell’apparato sanitario.
Resta l’incredulità per quanto avvenuto e raccontato dal genero del paziente. È stato lui - un professionista della provincia - ad assistere il suocero al Pronto Soccorso dopo il trasferimento con il 118. Qui, dopo un giorno intero di attesa, l’82enne è stato spostato in un reparto interno per effettuare la gastroscopia, in ragione dei forti dolori addominali accusati dall’uomo, già cardiopatico e portatore di bypass. A seguito dell’esame, è sorta la necessità di effettuare una biopsia: all’anziano paziente è stato fatto il prelievo, a seguito del quale avrebbe dovuto ricevere sul posto l’esito dell’esame istologico. Poco dopo, però, il medico in servizio al Pronto Soccorso lo ha informato che per la biopsia occorre obbligatoriamente la ricetta del medico curante per cui l’uomo è stato dimesso, non prima però di aver messo in tasca il frammento da sottoporre ad esame per poi portarlo a casa e conservarlo... nel frigo. Qui il reperto biologico è rimasto due giorni, sino a venerdì scorso, prima di essere recapitato - sempre a cura del paziente - al laboratorio.
«In riferimento alla segnalazione circa utente dimesso dal Pronto Soccorso di Brindisi con campione di biopsia - si legge nella nota dell’Asl a margine delle verifiche effettuate internamente - si precisa quanto segue. All’accesso in Pronto Soccorso, il paziente è stato correttamente preso in carico e sottoposto a tutti gli accertamenti, clinici e strumentali, necessari. All’esito degli esami eseguiti, che escludevano sia un pericolo imminente per la salute dell'utente sia la necessità del ricovero ospedaliero, sono state disposte le dimissioni con affidamento al medico curante». Poi, la.. mezza risposta a parziale chiarimento dell’episodio: «Per mero disguido interno, non è stata redatta la ricetta per l’esecuzione dell’esame istologico del campione. La situazione citata rimane una eccezione a fronte di un quotidiano impegno, soprattutto in un momento critico quale quello attuale».