Come un... “rubinetto” sempre aperto, piovono sul Comune le richieste di risarcimento dei danni legati a cadute provocate dal dissesto di strade e marciapiedi.
In un solo giorno, la scorsa settimana, la Giunta ha dovuto deliberare la costituzione e resistenza in giudizio rispetto a ben quattro atti di citazione proposti da altrettanti cittadini rimasti vittime di incidenti simili. Citazioni, peraltro, presentate in Tribunale, con conseguente “quantum” risarcitorio ben più consistente rispetto a quello legato alla competenza per valore del giudice di pace.
L'unico giudizio in cui è indicato l'ammontare della pretesa attrice è quello instaurato da una donna caduta rovinosamente all'interno del cimitero (ben sette anni fa) a causa di una buca resa invisibile dalle pozzanghere formate dalla pioggia. A seguito di quell'infortunio, la malcapitata signora ha dovuto fare ricorso alle cure sanitarie, riportando danni quantificati in 49.678,20 euro. Il Comune, dal canto suo, ha deciso di opporsi alla richiesta di risarcimento e in giudizio (la prima udienza è prevista per il prossimo 10 giugno) dedurrà l'assenza di proprie responsabilità, laddove l'attività di manutenzione è di competenza della ditta appaltatrice dei servizi cimiteriali e, di conseguenza, costituendosi, chiederà la chiamata in causa del terzo.
Negli altri tre giudizi in cui è citato il Comune, come detto, non è indicato il quantum richiesto. In un caso, addirittura, la caduta si è verificata all’interno del Palazzo di Città (nella palazzina di via Filomeno Consiglio): la vittima non si era accorta di un gradino, poggiando a vuoto il piede in avanti. Negli altri due casi, i danni sono richiesti da un uomo caduto in viale Aldo Moro per un dissesto delle mattonelle del marciapiede e da un’altra donna che assume di essere caduta per un’anomalia del marciapiede in piazza Curtatone.