di LUCA DE CEGLIA
BISCEGLIE - Sei anni di chiusura forzata per le grotte di Santa Croce a Bisceglie, per pasticci burocratici e disimpegno politico. Notevoli sono i danni a livello turistico che questo divieto sta creando, non potendo mostrare ai visitatori uno dei complessi carsici più suggestivi in una lama naturale nonché un insediamento archeologico dal Neolitico al Paleolitico tra i più importanti d’Italia.
Infatti prima che piombasse l’inghippo sul sito biscegliese, valorizzato con impegno notevole e gratuito dal gruppo Scout, le grotte di Santa Croce erano entrate a far parte delle 19 meraviglie del mondo sotterrano, un percorso promosso dall’A.G.T.I. (Associazione Grotte Turistiche Italiane) che annovera i siti di Castellana e di Zinzulusa.
Così come con le campagne di scavo faceva parlare le riviste scientifiche. Ora tutto tace. Eccetto gli Scout, proprietari dell’area in cui vi sono le grotte. Ci si chiede qual è il problema?
Lo stop alle aperture al pubblico fu emesso il 19 luglio 2012 con ordinanza emessa dal sindaco Francesco Spina. Motivo?
La tutela dell’incolumità pubblica, fin quando – come richiesto perentoriamente dall’Autorità di Bacino, organismo della Regione Puglia - non si dimostrerà la stabilità delle pareti laterali e della volta. Così dal 2012 gli Scout guidati da Mimmo Rana, che di tenacia ne hanno da vendere, si sono adoperati (senza sostegni economici degli enti pubblici) nell’affannosa “crociata”, finendo in una marea di “carte” e perizie commissionate all’Istituto Geofisico dell’Università di Bari, incontri e valutazioni con la Regione Puglia, presentazione di progetti per rafforzare i livelli di sicurezza.
“Uno sforzo economico non indifferente per l’associazione – dice Mimmo Rana sul suo profilo Facebook – sei anni di burocrazia, tutto da soli ma prima o poi ce la faremo, la grotta riaprirà al pubblico. perché…nessun pericolo accertato!”. Un sogno condiviso da tutti coloro che credono nelle potenzialità turistiche di Bisceglie.
“Ma se qualche amico decide di darci una mano accetteremo volentieri – conclude il capo Scout - affinchè questo grande patrimonio culturale che possediamo possa presto tornare alla fruizione pubblica”.
















