BARLETTA - Un consiglio comunale teso che si è protratto fino a tarda ora in un’aula consiliare gremita ed in attesa della discussione sulla possibilità di intitolare una via a Sergio Ramelli. La partita a scacchi tra maggioranza ed opposizione ha portato ad allungare i tempi della discussione ed ogni tentativo di inversione dei punti all’ordine del giorno è stato respinto.
Dopo l’approvazione del rendiconto per l’esercizio finanziario 2024 con 23 voti favorevoli e 9 contrari, infatti, il capogruppo della lista Emiliano sindaco di Puglia Antonello Damato ha proposto, senza successo, di posticipare la discussione sulla perequazione Lidl per anticipare la questione Ramelli. Anche su Lidl i tempi si sono allungati, l’approvazione del punto è arrivata alle 21.30.
Subito dopo, la richiesta di sospensione del consigliere della lista «Mino Cannito sindaco» Gianluca Gorgoglione al fine di «trovare una soluzione condivisa con l’opposizione», sul tema Ramelli (che potrebbe essere intitolare la via a Ramelli e Benedetto Petrone).
A tal proposito, nella mattinata di ieri, prima del consiglio, i gruppi consiliari di opposizione (Pd, Coalizione Civica e Lista Emiliano Sindaco di Puglia) avevano firmato una nota con la quale avevano sottolineato la volontà di condividere «la battaglia promossa democraticamente dalle associazioni, dai comitati e dalle altre forze politiche non presenti in consiglio comunale, per scongiurare ogni tentativo di revisione storica» con la consapevolezza che «queste iniziative promosse dalla destra stanno riportando il Paese ad uno scontro che caratterizzò proprio gli anni settanta e che fu sconfitto da tutte le forze democratiche». Infine, l’annuncio della volontà di «non votare la proposta e barattare tale intitolazione con altre».
La proposta di intitolare una strada a Sergio Ramelli è stata firmata dalla consigliera di Fratelli d’Italia Stella Mele. La meloniana, che ha ricevuto il sostegno del senatore di Forza Italia Dario Damiani e di Gioventù Nazionale, aveva ottenuto la calenderizzazione per il consiglio comunale di ieri, motivando la sua richiesta con la volontà di «riaffermare con forza che nessuna idea politica può mai giustificare la violenza» e di «educare le nuove generazioni al rispetto del pluralismo, al valore della convivenza e della dignità umana». Per Mele «ricordare Ramelli non significa schierarsi su un piano politico o ideologico, ma riconoscere il valore della memoria condivisa, della condanna senza ambiguità di ogni forma di violenza».
In risposta alla proposta della consigliera meloniana era subito arrivato un documento firmato da 33 tra sigle di partito, associazioni e comitati di quartiere pronti ad esprimere il proprio dissenso. Le sigle sono poi diventate 50 ed oltre ad esprimere il «no» alla proposta hanno chiesto il «ritiro del punto» e il «suo rinvio in un secondo momento alla discussione del consiglio».
Il coordinamento aveva anche annunciato di essere disponibile ad un confronto aperto sugli anni di piombo e manifestato la volontà di di «avviare una consultazione popolare sul tema secondo le modalità dal regolamento comunale».