Giovedì 23 Ottobre 2025 | 02:44

Parchi eolici offshore nella Bat: «Un vero e proprio ingorgo di progetti»

Parchi eolici offshore nella Bat: «Un vero e proprio ingorgo di progetti»

 
Nico Aurora

Reporter:

Nico Aurora

Parchi eolici marini: intesa tra Politecnico Bari e Kailia e Odra

Il parere di Arpa Puglia: «Manca la valutazione degli impatti cumulativi degli interventi richiesti»

Venerdì 20 Ottobre 2023, 13:10

TRANI - Progetti neanche troppo diversi fra loro e che, soprattutto nelle opere di terra, si pesterebbero i piedi oltre a costituire interferenze rispetto a criticità già note e tuttora non risolte. È quanto emerge dal parere rilasciato da Arpa Puglia «in addendum» a quello già precedentemente agli atti con riferimento specifico al parco eolico marino denominato «Barum bay», ma che nella sostanza sembra bacchettare analoghe istanze destinate tutte a compiere lo stesso percorso a terra fra i territori comunali di Barletta ed Andria.

«Mancata valutazione degli impatti cumulativi con ulteriori progetti di piattaforme e/o parchi eolici offshore in fase di autorizzazione - scrive innanzi tutto l’Agenzia regionale per l’ambiente, per mano del direttore facente funzioni dei servizi territoriali Bari e Bat, Maddalena Schirone -, che risulterebbero potenzialmente interferenti con il progetto in questione».

Inoltre diverse porzioni del tracciato del cavidotto terrestre sembrerebbero attraversare la zona industriale di Barletta, caratterizzata da criticità: «Il punto di approdo a terra dell’elettrodotto, ubicato a sud di Barletta in corrispondenza dell’area industriale - si legge nel parere di Arpa -, oltre ad interessare un’area a pericolosità geomorfologica medio elevata, è una ripa di erosione costiera intagliata di materiali di risulta ed oggetto di ordinanza sindacale e di rimozione rifiuti emanata dal Comune di Barletta. Pertanto - fa notare Arpa -, preliminarmente alle opere di compensazione ambientale descritte nei vari elaborati progettuali finalizzati a mitigare il rischio geomorfologico, essendo una buona porzione dell’area costituita dai rifiuti della citata ordinanza sindacale, tra cui i materiali pericolosi contenenti amianto, è necessario prevedere l’applicazione delle procedure operative previste per legge, effettuando anche indagini sul materiale sottostante per verificare lo stato di qualità ambientale. È auspicabile - prosegue l’agenzia ambientale - che le lavorazioni avvengano successivamente alle operazioni di bonifica e ripristino ambientale della falesia anche per evitare il crollo di parti di essa con il rischio di dispersione in mare di eventuali materiali inquinanti».

Non mancano altre osservazioni, solo apparentemente marginali: la richiesta di chiarimenti su come si intendano gestire le acque di falda nel caso in cui, durante le operazioni di scavo, fossero intercettati livelli acquiferi; l’assenza di informazioni relative agli interventi di rimozione di rifiuti ed eventuali bonifiche in prossimità del punto di approdo del cavidotto; il raccordo fra le indagini diagnostiche effettuate dalla società richiedente e quelle realizzate nel 2016 e 2020 dal Comune di Barletta.

La vicenda è diventata di dominio pubblico nei giorni scorsi, quando il Comune di Barletta ha fatto sapere che, allo stato, non può rilasciare alcun parere favorevole al progetto di un parco eolico offshore per la produzione di energia elettrica da fonte eolica nel mare Adriatico meridionale, da Vieste a Monopoli, denominato Barium bay. Nel complesso l’opera, proposta dalla società Hope, di Bari, è costituita da 74 aerogeneratori di potenza unitaria di 15 Megawatt, per una complessiva di impianto di 1100, incluse le opere di connessione alla rete terrestre nazionale, principalmente previste nel territorio di Barletta.

Da Palazzo di città hanno fatto sapere che l’approdo interrato del cavidotto passerebbe attraverso un cordone di dune artificiale costituito da rifiuti urbani da rimuovere. Inoltre, l’interramento avverrebbe lungo l’ex vicinale Misericordia, il cui sottosuolo è già attraversato da diversi sottoservizi pubblici. Per queste ed altre criticità il sindaco, Mino Cannito, ed il dirigente della sesta area, Ernesto Bernardini, hanno richiesto alla società proponente l’adeguamento del progetto con eventuali soluzioni alternative da concordare preventivamente con l’amministrazione comunale.

Il parere di Arpa sembra confermare e rafforza quanto scritto dalla civica amministrazione non va tralasciato, infine, il diniego all’utilizzo del porto da parte del comune di Molfetta, già interessato da progetti di completamento per la piena funzionalità e operatività, al punto da escludere categoricamente ogni disponibilità delle aree portuali indicate per le attività di cantierizzazione del parco eolico offshore.

Ad oggi, se non abbiamo perso il conto o qualcosa ci è sfuggito per strada, siamo in presenza di dieci progetti di parchi eolici marini destinati a transitare anche lungo le acque della Bat sebbene a distanza di 12 miglia dalle stesse trattandosi di impianti offshore. Di questi, almeno tre prevedono il punto di approdo a terra del cavidotto nel territorio comunale di Barletta ed il percorso dello stesso fino alla rete di trasmissione nazionale Terna, ad Andria. È il segno del fatto che le richieste non solo si sono moltiplicate - poiché gli imprenditori fiutano l’affare dell’energia prodotta in mare dal vento che soffia -, ma individuano sempre più precisamente la Bat per le opere di trasformazione a terra, a causa dell’apparente facilità del trasporto dell’energia.

Ogni istanza, però, ha fatto aprire una fase temporale dedicata alle osservazioni. Ed è evidente che proprio su questo terreno si stia giocando la vera partita, con il paradosso che tali progetti stiano risultando impattanti non in mare, dove pure spunterebbero pali ed eliche dappertutto, ma a terra. Il caso Barium bay appare soltanto la punta dell’iceberg di un fermento destinato a crescere proporzionalmente al proliferare delle richieste. E non sarebbe neanche da escludere che siano persino le stesse società ad osservare qualcosa contro le concorrenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)