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Trani, la Pinacoteca riapre e mette in mostra San Nicola pellegrino

 
Floriana Tolve

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Floriana Tolve

Trani, la Pinacoteca riapre e mette in mostra San Nicola pellegrino

L’opera, di incommensurabile valore, è tra le più apprezzate e visitate dal pubblico . Apertura straordinaria fino a domani 31 luglio

Domenica 30 Luglio 2023, 13:35

TRANI - Era custodita presso la cripta della maestosa cattedrale la tavola agiografica di San Nicola Pellegrino, patrono della città di Trani. Volto ovale (secondo gli schemi bizantini), sguardo pensoso, scalzo, con una tunica corta, stringe nella mano destra una croce a doppia traversa.

Ai piedi di Nicola, (alla destra di chi osserva), rappresentati 11 fedeli che impugnano delle candele. Sedici scene della sua vita e dei suoi miracoli post mortem, invece, sono incolonnate in verticale ai lati della tavola: le storie sono tratte dalle biografie di Adelferio, diacono di Trani, e di Amando, futuro vescovo di Bisceglie.

L’opera, di incommensurabile valore, è tra le più apprezzate e visitate dal pubblico della Pinacoteca Diocesana, la cui apertura straordinaria da ieri, e fino a lunedì 31 luglio, diviene motivo di estremo interesse non solo per la comunità locale, ma per i numerosissimi turisti giunti a Trani per le vacanze estive. Ieri, tra l’altro, visita speciale da parte del vescovo di Cratea, mons. Georgios Antonopoulos, ausiliare di Ser Policarpo, arcivescovo ortodosso d’Italia ed esarca dell’Europs meridionale, con la delegazione di frati minori cappuccini di Assisi, guidati da padre Guglielmo Spirito.

Nelle sale di Palazzo Addazi è custodita la collezione pittorica dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie gestita dalla Fondazione Seca in sinergia con la realtà del Polo Museale. Ingresso gratuito per ammirare un meraviglioso patrimonio artistico e culturale, perfetta risultante della identità e della memoria di un popolo, il cui vissuto, narrato attraverso lo spirito e l’anima di lavori di pregevole fattura, ancora oggi non sfugge alle particolari attenzioni degli esperti. “Forte la convinzione di una straordinaria prima apertura per costruire una coscienza collettiva che possa valorizzare e interiorizzare la giusta conoscenza e l’importanza dei beni conservati nell’Ex Seminario Arcivescovile” dichiara Isabella Ciccolella, presidente della Fondazione Seca All’unisono le considerazioni di Mons. Leonardo D’Ascenzo, intervenuto all’inaugurazione della tre giorni, soddisfatto della vasta eco suscitata tra i fedeli e gli appassionati di arte sacra. Sulla stessa lunghezza d’onda le considerazioni di Graziano Urbano, direttore del Polo Museale, entusiasta di mostrare una parte significativa di una preziosa raccolta.

L’evento promosso insieme all’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, è organizzato in collaborazione con Fondazione Megamark, Universo Salute Opera Don Uva, Laboratorio di restauro diocesano di Trani.

Tra le numerose bellezze esposte ecco il “ciclo di lunette” sulla vita di Nicola Pellegrino attribuite a Nicola Gliri, pittore bitontino nato nel 1631, autore anche delle lunette sulla tomba del Santo di Mira a Bari. E ancora: il polittico del XVI sec. attribuito a Jacopo Palma il Vecchio, il Cristo portacroce di Cesare Fracanzano (XVII sec.), le acqueforti di Antonio Piccinni (seconda metà XIX sec.), le 5 tarsie in legno di Andrea Gusmai, tra cui spicca un prezioso ritratto di Mons. Addazi donato alla Fondazione da uno dei nipoti del presule, Leonardo Addazi.

Tornando all’icona di San Nicola Pellegrino, (una delle più decantate nel corso delle visite guidare), tra i vari studiosi, c’è chi ha ravvisato reminiscenze della pittura toscana del XIII secolo fuse con influssi bizantini, chi ha riconosciuto relazioni con i mosaici della Basilica di San Marco di Venezia e del Duomo di Monreale, chi ha ritenuto che fosse la creazione dei Madonnari pugliesi che traevano ispirazione dai bizantini, probabilmente, avendo lavorato a contatto con loro.

Lo studio più recente è riconducibile alla tesi di laurea magistrale di Gian Piero Personé, dell’Università di Napoli “Suor Orsola Benincasa” che la ascrive nel “fertile e ricettivo” ambiente artistico pugliese aperto alle influenze bizantine, datando l’icona tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo.

Info e prenotazioni 0883 582470.

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