BISCEGLIE - Hanno lasciato il carcere per i domiciliari i vertici dell’ «Ittica Zu Pietro», finiti in manette il 5 luglio scorso nell’ambito di un’inchiesta sull’alterazione di pesce a pinna gialla condotta dai carabinieri del Nas di Bari.
Il gip del Tribunale di Trani Anna Lucia Altamura aveva posto ai domiciliari sin da subito Laura Dell’Olio - legale rappresentante della Izp Processing - poiché male di figli minori.
Venerdì scorso è stata accolta invece favorevolmente l’istanza di scarcerazione per il fratello Andrea ed il padre Vincenzo: è probabile che siano state determinanti le dichiarazioni spontanee contenute nella richiesta di scarcerazione avanzata dall’avvocato Vincenzo Papeo.
Nll’ordinanza di custodia cautelare, il giudice delinea perfettamente il modus operandi relativo all’alterazione dei prodotti, in particolare del tonno importato dalla Spagna. Nitrati e nitriti – il cui uso era vietato dai regolamenti europei – aggiunti «in concentrazioni elevate al fine di esaltare il colore del pesce» e nascondere lo stato di alterazione.
E infatti, dopo un sequestro del Nas su sette tonnellate e mezzo di tonno a pinna gialla, le analisi dell’istituto Zooprofilattico di Bologna certificarono la presenza di una «sostanza rossa ad azione colorante campionata come «Fruitmax Red 104».
Emblematica - al riguardo - un’intercettazione di un dipendente della ditta Innovation, che commenta con la veterinaria i valori delle analisi: «...c’è uno che ha 5880!...una cosa del genere...proprio numeri alti eh...però io non capisco così tanta disperità no questi due lotti qua hanno valori alti..». Nello specifico, si fa riferimento ai valori di acido ascorbico, che secondo l’Efsa non deve essere superiore ai 300 milligrammi per chilo.
Negli atti dell’inchiesta si fa riferimento a 33 persone intossicate, non sono in Puglia ma in diverse parti d’Italia.
Fra questi, anche un bambino di 11 anni finito all’ospedale Perrino di Brindisi cianotico e con ossigenazione sotto lla soglia di sicurezza.