barletta«La recente iniziativa dell’Amministrazione Comunale di Barletta tesa a coinvolgere anche i singoli cittadini nel formulare proposte riguardo il Piano urbanistico generale, mi ha spinto ad approfondire il tema, pur nei miei limiti (non sono un tecnico) e nei limiti imposti dai tempi di coinvolgimento (i politici e gli esperti hanno avuto molto più tempo a disposizione per lo studio)».
Parla Angelo Torre, dell’Associazione Igino Giordani. Che aggiunge: «Ciò nonostante, la frase finale del comunicato stampa diffusa dal Comune il 14 aprile scorso, reciti così: “Dobbiamo andare spediti come un treno, non c’è più tempo da perdere”. Ahimè, ciò preoccupa. La fretta è sempre cattiva consigliera. Ma amo la mia città e non posso star fermo e tacere: voglio dare il mio piccolo contributo nel “disegnare la Barletta del futuro”, portando all’attenzione del sindaco, dell’amministrazione comunale, dei tecnici e dei cittadini le indicazioni date dalla Comunità Europea, dai responsabili di Istituti nazionali e da professori universitari, che mi auguro siano oggetto di attenta riflessione e materiale di confronto con il disegno di Piano urbanistico generale sin qui prodotto per le urgenti modifiche necessarie. Anche e non solo perché, come scrive Marguerite Yourcenar in Memorie di Adriano, “Nessuno ha diritto di trattare la terra come l'avaro il suo gruzzolo d'oro”».
l’intelligenza del suolo Sottolinea Torre: «Ho letto l’interessantissimo libro “L’intelligenza del suolo” del prof. Paolo Pileri, ordinario di pianificazione e progettazione urbanistica del Politecnico di Milano (da sempre il suo ambito di ricerca, ha scritto centinaia di articoli e numerosi libri sul suolo) presentato al Senato il 22 giugno scorso. Due le considerazioni finali: 1) colmare un vuoto normativo: manca una legge adeguata sul consumo di suolo e 2) portare questo tema all'attenzione di tutti in modo che si riesca ad analizzarlo senza preconcetti e a comprenderne le dinamiche e le ricadute negative per tutti noi. Ciò ha ispirato una mia piccola ricerca di ulteriori dati relativi alla città di Barletta».
«In Senato - continua il rappresentante dell’associazione Igino Giordani - il prof. Pileri ha esordito così: “Quest’anno corre il sessantesimo di “Mani sulla città”, film meraviglioso di Francesco Rosi, nel quale un politico definisce il suolo una “squallida estensione di terreno”. Nel momento in cui ci costruiamo sopra invece non è più squallida, non è più estensione. È così che purtroppo viene rappresentato nei piani urbanistici, strumenti principe che trasformano i nostri territori a partire dal suolo. La legge 152/2006 art 5 comma 1 punto v-quater disastrosamente definisce il suolo: “lo strato più superficiale della crosta terrestre situato tra il substrato roccioso e la superficie. Il suolo è costituito da componenti minerali, materia organica, acqua, aria e organismi viventi”; una ricetta. Il suolo, invece, è un ecosistema. Non essendo definito come un corpo ecosistemico, le Regioni lo considerano un corpo urbanistico e di conseguenza decidono loro la definizione di suolo e così abbiamo 20 definizioni di suolo diverse. Eppure, l’articolo 117 punto “s” della nostra Costituzione recita: “della tutela dell'ambiente, degli ecosistemi se ne occupa esclusivamente lo Stato italiano”. Non le Regioni».
trenta centimetri E poi: «Il suolo è innanzitutto uno spessore ed è fragile come un bambino. Il suolo è la pelle del pianeta, una pelle sottilissima (30 centimetri): il 95% di tutto quello che mangiamo, il 99% delle calorie che assumiamo arriva da quei 30 cm. Il suolo è vivo. In un cucchiaino da caffè di suolo sano troviamo 9 miliardi di unità di vita. Ma non lo sappiamo o lo dimentichiamo. Il suolo trattiene l'acqua, produce cibo; il 30% della biodiversità terrestre è in quei 30 cm. Noi dipendiamo da quei 30 cm. Ma, in Italia, quei 30 cm non sono protetti da una legge. Il consumo di suolo (cementificazione, asfalto, parcheggi, discariche, ecc.) (sull’ampio significato di “consumo di suolo” https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2017/06/Consumo-di-suolo-arpa-puglia.pdf ) uccide il suolo per sempre».
Ancora. «Come si può immaginare un parcheggio nel fossato del nostro Castello? O, leggo dal PUG in corsivo, “la possibilità di insediare attrezzature” (quali? cementizie?) “finalizzate all’aumentare l’offerta turistica ricreativa e ricettiva”. Ben venga “ la valorizzazione delle straordinarie componenti paesaggistiche e ambientali del territorio comunale, come la zona Ofanto, la zona Ariscianne, il sistema degli orti costieri, il sistema insediativo storico dell’agro, ecc.”). Non basta “il contenimento del consumo di suolo” è urgente il blocco del consumo di suolo fin d’ora. L’Unione Europea ce lo chiarisce splendidamente. La Risoluzione del Parlamento europeo del 28 aprile 2021 sulla protezione del suolo definisce il suolo un ecosistema essenziale e, proiettandoci nel futuro, ci dà indirizzi e scadenze. Il 20 giugno scorso ha emesso il seguente comunicato stampa sul “Regolamento per il ripristino della natura”: “Oggi il Consiglio ha raggiunto un accordo. La proposta mira a definire misure di ripresa riguardanti almeno il 20% delle zone terrestri e il 20% delle zone marine dell'UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050”. Tra le azioni previste, l’UE ci chiede le necessarie azioni di cambiamento radicale: non c'è più il tempo della mediazione, del compromesso, c'è solo il tempo della azione radicale».
quale consumo «In Puglia - mette in evidenza Torre - il consumo di suolo nel 2021 si è attestato intorno ai 158.695 ettari, pari all'8,2% del territorio, in crescita del 498,6% rispetto al 2020. Si continua a costruire in aree a pericolosità di frana, a pericolosità idraulica, sismica: esponiamo beni e persone sempre di più a possibili guasti e nello stesso tempo riduciamo i suoli. Cito tre interessanti lavori. Lo studio “Il consumo di suolo in Puglia fra dinamiche e politiche territoriali”, presentato in occasione della giornata mondiale del suolo promossa dalla FAO e dalle Nazioni Unite “World Soil Day 2017”. Ogni anno la Puglia consuma circa 1700 ettari del suo territorio per la realizzazione di infrastrutture, industrie, nuove abitazioni. In altre parole, la Puglia ogni 4 anni consuma un suolo pari alla estensione di una città come Bari.
Il secondo è lo studio commissionato all’Università di Lecce dall’ European Economic and Social Committee sulla predisposizione di una bozza della “Carta dei diritti fondamentali della Natura” ( https://www.eesc.europa.eu/sites/default/files/files/qe-03-20-586-en-n.pdf “Towards an EU Charter of the Fundamental Rights of Nature”, 13 December 2019).
Il terzo: lo studio sui comuni costieri in provincia di Bari e BAT con maggiore percentuale di suolo consumato nelle fasce esaminate: https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2017/06/Consumo-di-suolo-arpa-puglia.pdf».
Conclusione: «Ancora una volta l’Unione Europea ci indica la strada da intraprendere. Il 20 giugno scorso ha emesso il seguente comunicato stampa sul “Regolamento per il ripristino della natura”: “Oggi il Consiglio ha raggiunto un accordo. La proposta mira a definire misure di ripresa riguardanti almeno il 20% delle zone terrestri e il 20% delle zone marine dell'UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050”. Il 10% delle città dovranno essere coperte per prescrizione europea da alberi. Questo regolamento sarà votato il 27 luglio. Non c'è più il tempo della mediazione, del compromesso ma c'è solo il tempo della azione radicale. È urgente invertire quel meccanismo che peggiora gli effetti del cambiamento climatico». [r.dal.]