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Andria, operaio morto nella vasca del pesto: in due sotto inchiesta

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Andria, operaio morto nella vasca del pesto: in due sotto inchiesta

Nunzio Cognetti perse la vita nel 2021 a 30 anni, soffocato da una macchina miscelatrice. Indagati il legale rappresentante della ditta ed il responsabile della sicurezza

Giovedì 04 Maggio 2023, 13:22

05 Maggio 2023, 08:39

ANDRIA - Ci sono due indagati per la morte di Nunzio Cognetti, il 30enne di Andria morto il 7 ottobre 2021 dopo essere stato soffocato da una macchina miscelatrice all’interno di un opificio industriale.

Il pubblico ministero Roberta Moramarco ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di G.C., 60enne di Andria, datore di lavoro della vittima nonchè legale rappresentante della «Agrinatura Società Agricola Srl», ubicata in Contrada Sant’Agostino, e di M.L., 47 anni, di Barletta, responsabile del servizio di prevenzione dei rischi.

L’accusa contestata è quella di omicidio colposo.

L’azienda in questione, che nel provvedimento viene menzionata in quanto responsabile di illecito amministrativo, si occupava di diverse attività, aventi però tutte a che fare con i generi alimentari: in particolare orto conserviera, vinicola ed olearia.

Stando a quanto emerso dalle indagini, la vittima sarebbe stata assunta con mansioni di bracciante agricolo, e non invece con quelle di operaio specializzato. Al momento dell’incidente Cognetti era intento a versare un sacco di circa 20 chili in una macchina miscelatrice, dotata di una vasca, che in quel momento era adibita alla produzione di pesto.

Pare che il giovane non sia più riuscito a tenere la busta e per recuperarla si era piegato all’interno della vasca. Purtroppo il suo braccio destro è stato poi risucchiato dal macchinario: il 30enne è stato quindi trascinato per metà del corpo all’interno della macchina senza la possibilità di liberarsi poichè il pulsante d’arresto d’emergenza era posto alle spalle dell’apparecchio.

A causare il decesso «un’asfissia primitiva acuta e violenta da immobilizzazione toracica produttiva di arresto cardiocircolatorio irreversibile».

Secondo quanto contestato dalla pubblica accusa, l’impresa avrebbe omesso di formare e informare la vittima «rispetto alle mansioni agro - industriali concretamente svolte ed all’utilizzo di macchinari e attrezzature per le quali non era formato e attrezzato».

 

Gli indagati sono difesi dagli avvocati Antonio Gaudio, Francesco Montingelli, Ruggiero Sfrecola e Mario Malcangi. In questi giorni i legali hanno la possibilità di presentare memorie difensive per dimostrare la correttezza dell’operato dei propri assistiti. Le parti civili, invece, sono rappresentate dagli avvocati Giuseppe Mansi e Antonio Guantario.

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