TRANI - Tre debiti fuori bilancio per quasi 300mila euro complessivi. Li ha riconosciuti il consiglio comunale nella seduta dello scorso 18 aprile, con cui l’assemblea descrittiva ha approvato il bilancio di previsione. La manovra ed i suoi provvedimenti collegati hanno quasi fatto passare sotto silenzio gli importi veramente notevoli di alcuni dei provvedimenti seguenti, approvati senza neanche discuterne una sola parola.
Proprio il sindaco Amedeo Bottaro, però, con riferimento a quello più rilevante dal punto di vista economico, pari a 252.000 euro, ha chiarito che, dopo che lo stesso era stato ritirato in una precedente seduta del consiglio comunale, questa volta sarebbe stato approvato «perché rischiamo di aggravare il passivo e questo non deve accadere, ma lo votiamo a condizione che si facciano i dovuti approfondimenti sulle responsabilità di chi lo abbia determinato».
Il debito è maturato con il gestore uscente del verde pubblico, la Csf costruzioni: 252.000 euro. Nel provvedimento si dà atto del fatto che, fra aprile 2020 e giugno 2021, la società ha effettuato interventi straordinari determinati da eventi imprevedibili: abbattimento di un pino a seguito di un evento meteorologico di portata straordinaria e conferimento a discarica del materiale vegetale; rimozione di un altro pino da via Martiri di Palermo, a seguito di incidente stradale; rimozione di un ficus australis da piazza Plebiscito, a seguito di incidente; abbattimento di un pino in via Borsellino ad alto rischio cedimento; sistemazione dell’area verde della seconda spiaggia con fornitura e posa in opera di piante fiorite, il tutto non rientrante nell’oggetto dell’appalto aggiudicato.
Oltre questa pesantissima zavorra, l’assemblea ha approvato un altro debito particolare a seguito di transazione: 18.000 euro rispetto ai quasi 22.000 che il Comune di Trani avrebbe dovuto versare alla società Open group, di Bologna, per la corresponsione di rette relative all’assistenza in favore di una mamma e suo figlio minore, ospitati in una comunità gestita dalla società felsinea.
La vicenda nasce da un’ordinanza del 2016 del Tribunale dei minori di Bari, che disponeva in via provvisoria e d’urgenza l’affidamento di un soggetto minore, insieme con la madre al Servizio sociale del Comune di Trani per il collocamento in una comunità terapeutica: obiettivo, preservare il legame genitoriale fra il piccolo e la genitrice.
Così l’Ufficio servizi sociali cercava e trovava la struttura ospitante presso la comunità terapeutica Rupe, della Open group. Nel 2018 la struttura affidataria trasmetteva al Comune un prospetto inerente il credito vantato, per complessivi 15.600 euro, che con gli interessi di mora salivano a 21.700. A seguito di transazione proposta dal Comune, accettata dalla società, si è giunti a determinare alla somma riconosciuta in consiglio, con la quale la Open group accetta di non avere più nulla a pretendere, a patto che il Comune paghi il debito entro aprile.
Terzo ed ultimo provvedimento di rilievo, il riconoscimento di un debito fuori bilancio a causa della caduta di una cittadina per strada :23.365 euro, somma è stata decisa dal Tribunale civile di Trani.
L’attrice della causa, difesa dall’avvocato Maurizio Musci, aveva citato il Comune per un incidente avvenuto il 20 gennaio 2015 percorrendo a piedi via Istria: all’altezza del civico 25 attraversava la strada e, al momento in cui era in procinto di salire su marciapiede opposto, incespicava in una buca di piccole dimensioni, non percettibile in quanto ricoperta di acqua piovana, che le faceva perdere l’equilibrio facendola cadere rovinosamente per terra. In conseguenza di quella caduta la donna riportò la frattura del femore sinistro a seguito della quale ha accusato una percentuale di invalidità permanente attribuita all’amministrazione comunale, per non avere adempiuto all’obbligo di manutenzione della sua rete stradale.
La richiesta di risarcimento era stata pari a quasi 87.000 euro ma poi è stata ridimensionata dal giudice, che ha accolto in parte le eccezioni dell’avvocato Michele Capurso, responsabile dell’Ufficio legale dell’ente. Infatti, la pozzanghera non poteva che essersi formata in corrispondenza di una cavità del manto stradale, e l’avevi infilato il piede integrava un difetto di attenzione da parte dell’utente della strada.