BARLETTA - Avrebbe minacciato il fratello per costringerlo a vendergli una quota di lastrico solare ricevuta in eredità. E’ con l’accusa di tentata estorsione che è finito a processo G.I., originario di Barletta: il dibattimento si è aperto nei giorni scorsi innanzi ai giudici della sezione collegiale del Tribunale di Trani, ma l’udienza è stata poi rinviata al prossimo 15 maggio.
La vicenda penale si inserisce in un contenzioso per un’eredità indivisa fra fratelli. Oggetto del contendere la titolarità del lastrico solare di un palazzo nel centro di Barletta: l’imputato è titolare di otto quote, mentre il fratello di una sola. Stando così le cose, l’uomo aveva interesse ad acquistare l’altra quota per essere così libero di poter vendere. Le contestazioni del pubblico ministero Marcello Catalano, titolare del fascicolo, fanno riferimento ad un episodio accaduto il 27 luglio 2021.
I due fratelli avrebbero tentato di arrivare ad un accordo anche tramite le procedure di mediazione, assistiti dai rispettivi legali, ma alla fine la procedura consensuale non si era conclusa. Quel giorno, l’imputato si sarebbe presentato nell’attività commerciale del fratello, accompagnato da una terza persona non individuata: « ti conviene accettare 20mila euro - gli avrebbe detto - senti a me, è meglio se accetti perché altrimenti ti tolgo tutto e resti con il c... per terra». Lo sconosciuto, invece, avrebbe aggiunto: «...ti conviene accettare, so dove venirti a cercare...da settembre le tue proprietà saranno mie».
Questo è quanto ha riferito la presunta vittima nella denuncia presentata ai carabinieri della compagnia di Barletta, i quali hanno poi redatto l’informativa conclusiva. Agli atti del processo c’è la lista testimoniale prodotta dall’avvocato Ruggiero Sfrecola, difensore del 60enne: fra coloro che saranno chiamati a deporre compare anche il nome di un perito, un geometra, il quale dovrà esprimersi in merito al valore catastale ma soprattutto di mercato di quella singola quota del lastrico solare. C’è da dire che la difesa respinge in toto le accuse, sostenendo che alla fine era stato raggiunto un accordo - come si evince dal verbale di incontro del mediatore - per la vendita della quota dietro un corrispettivo di 20mila euro. Nega, inoltre, la presenza di una terza persona al momento dell’incontro con il fratello. La persona offesa si è costituita parte civile con l’avvocato Raffaele Mansi.