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Barletta, la collezione di Pupi dimenticata in una stanza del castello

 
Michele Piazzolla

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Michele Piazzolla

Barletta, la collezione di Pupi dimenticata in una stanza del castello

Resta chiusa l’esposizione della collezione Immesi, espressione di storia e tradizione e potenziale attrazione turistica in città

Giovedì 30 Marzo 2023, 13:05

BARLETTA - Le recenti due giornate Fai (Fondo per l’ambiente italiano) hanno rimesso in luce un patrimonio culturale e una tradizione antica (ma svanita nel tempo) quale la collezione dell’opera dei Pupi Immesi. C’è stata l’esposizione delle imponenti marionette nella Sala Didattica della piazza d’Armi del Castello Svevo.

Così nello scorso week-end, l’esposizione ha riscosso un buon successo con un numero considerevole di visitatori che hanno potuto ammirare e apprezzare la bellezza di un’arte fatta di storie, cultura e colori che era - appunto - il teatro dei pupi. Che a Barletta da fine Ottocento sino ai primi anni Novanta, seppur con alcune interruzioni periodiche, ha visto la dinastia della famiglia Immesi protagonista e riferimento dell’attività teatrale delle marionette in città, in giro per la Puglia, in Italia e in Europa. Storia, cultura, teatro e passione racchiuse in una tradizione che, fermo restando le iniziative tipo quella delle giornate Fai, rischia di giacere nel dimenticatoio data l’assenza di una degna valorizzazione dei pupi in un’esposizione permanente.

Invero, una collocazione della mostra dei Pupi Immesi era stata allestita nel 1998 nella Sala Artificieri del Castello Svevo allorquando la famiglia, tre anni prima, nel 1995, donò al Comune l’intera collezione.

Dopo alcuni anni, però, quell’esposizione è venuta meno e ci risulta che l’intera collezione dei pupi è dimenticata e chiusa in quella stanza del maniero federiciano, abbandonata tra la polvere e l’umidità. Un vero peccato!

Da tempo a Barletta, ma ovunque, c’è l’orientamento a valorizzare ogni forma di patrimonio che rievoca le storie e le tradizioni culturali.

Sarebbe il caso di iniziare a pensare di ridare una giusta e degna sistemazione alla collezione Immesi. D’altronde per l’attuale amministrazione comunale che sta investendo molto sulla cultura in generale non dovrebbe essere un problema «riallestire» la mostra dei Pupi Immesi. Sarebbe una delle attrazioni culturali non solo per i barlettani ma per i turisti. Non tralasciando un altro aspetto molto importante, cioè quello didattico. La mostra dei pupi è fonte di cultura anche scolastica con le storie e le tradizioni, le epiche vicende di Orlando, Rinaldo e i vari personaggi.

Peraltro la collezione Immesi oltre a comprendere 25 pupi, tra paladini e cavalieri, 8 scene di quinta e svariati pezzi di armature e armi da combattimento, conta su documenti e atti che in pratica sono i copioni che narrano le storie oggetto dell’attività teatrale. E ancora: i pupi della collezione si distinguono nei paladini più famosi, i già citati Orlando e Rinaldo, poi Carlo Magno, Tancredi, ma anche gli eroi più legati alla nostra tradizione barlettana, come il prode Ettore Fieramosca e lo sconfitto Guy La Motte.

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