BARLETTA - Avrebbe perseguitato i figli di un noto imprenditore edile di Barletta a causa di un contenzioso in relazione all’appartamento in cui risiede.
È questa l’accusa che il pubblico ministero di Trani Lucio Vaira contesta ad Antonio Rizzi, 38enne di Barletta: nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari gli vengono contestati i reati di stalking e tentato esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Contestazioni per le quali il 5 gennaio scorso il gip Domenico Zeno ha emesso un provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese. Come detto, l’inchiesta penale nasce in seguito ad un contenzioso civile, riguardante la titolarità dell’immobile in cui risiede Rizzi, di proprietà del padre delle presunte vittime. Gli episodi oggetto della contestazione risalgono alla scorsa estate, dopo che i figli del costruttore gli avevano intimato di lasciare l’appartamento.
Il 28 giugno, recatosi in un cantiere di proprietà dei due fratelli, avrebbe detto alla guardia giurata: « Lo devo sfregiare, lo devo andare a trovare con la pistola, a lui, al padre e al fratello, vado a Bari a trovare il padre...Qui la polizia non può venire, so io perché non può venire». In un’altra occasione, il 19 luglio, avrebbe inveito contro uno dei due fratelli, il quale spaventato si sarebbe poi rifugiato in un bar: «Esci fuori che dobbiamo parlare - queste le espressioni di Rizzi - Devi uscire per forza, di qua non ci muoviamo, entro stasera dobbiamo sistemare tutte le cose, altrimenti ti uccido, ti sparo, non ti ritiri più a casa sei morto».
Adesso l’indagato, difeso dagli avvocati Nicola Mastrapasqua e Ruggiero Vitobello, avrà 20 giorni di tempo per presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogato dal pm per fornire la propria versione dei fatti. Le presunte vittime, invece, sono assistite dall’avvocato Ruggiero Sfrecola.