TRANI - La sinagoga Scolanova resterà per altri 12 anni nella disponibilità della Comunità ebraica di Napoli, garantendo la sua fruibilità a Trani in favore di chi voglia in qualche modo accostarsi all’ebraismo, ma soprattutto dei turisti che vogliano visitare uno dei pochi cuori pulsanti della cultura ebraica nell’intero Mezzogiorno.
La sigla della nuova convenzione (sei anni, rinnovabili di altri sei) fra Napoli e Trani è avvenuta l’altra mattina nella sala Tamborino del Palazzo di città. Non è stata, però, soltanto una passerella davanti a taccuini, fotocamere e telecamere, ma ha rappresentato il momento opportuno per annunciare un nuovo progetto che punti al pieno rilancio e valorizzazione del quartiere ebraico.
Tale percorso, peraltro, non può prescindere da tutto quello che si è fatto negli ultimi vent’anni, perché la rinascita dell’ebraismo a Trani reca indiscutibilmente una data, quella del 15 luglio 2004, e l’opera di un gruppo di persone - fra tutte Avraham Zecchillo e Francesco Lotoro - che fortemente vollero ricostituire l’ebraismo a Trani dopo mezzo secolo di esilio, assecondati nel loro percorso da un’amministrazione comunale, quella del sindaco dell’epoca Giuseppe Tarantini, molto attenta alla promozione del dialogo interreligioso in città.
Non appare un caso che Scolanova sia tornata ad essere sinagoga dopo essere stata anche chiesa cattolica di Santa Maria Scolanova, al punto che in questo edificio di culto vi è un affresco della Vergine che oggi gli ebrei mantengono oscurato da una grande teca che, a sua volta, contiene la Torah.
La diocesi di Trani chiese e ottenne dalla Soprintendenza che l’affresco non fosse abraso, la Comunità ebraica rispettò quelle prescrizioni e, da quel momento, fece fiorire una indimenticabile sede di attività di promozione e valorizzazione dell’ebraismo che culminarono, nel 2009, con l’individuazione di Trani quale Capitale europea della cultura ebraica di quell’anno circostanza che portò in città centinaia di addetti ai lavori e, fra questi, anche il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni.
L’anno successivo il vescovo, Monsignor Giovan Battista Pichierri, per la prima volta entrò in sinagoga per sottolineare il dialogo interreligioso sempre più saldo fra la comunità cattolica e quella ebraica e, soprattutto, quanto Trani fosse e tuttora sia la città interreligiosa per eccellenza, nella quale in una manciata di metri quadrati di centro storico è possibile trovare i punti di riferimento della comunità cattolica, di quella ebraica, di quella ortodossa romena e di quella islamica. Senza dimenticare che a Trani ha anche sede anche una comunità di culto evangelico.
Oggi i protagonisti di quella stagione d’oro non ci sono più, ma non per questo ci si è scoraggiati. Da alcuni anni Antonietta Caffarella, con l’agenzia Incanto Apulia travel, custodisce e promuove culto e visite nella sinagoga in accordo con la Comunità ebraica di Napoli. La sua è la prima figura di garanzia della disponibilità concreta del bene, condizione necessaria e sufficiente per rinnovare la convenzione.
Poste queste premesse, e tenuto conto del fatto che «la Comunità ebraica è fortemente radicata sul territorio comunale - si legge nella delibera con cui la giunta autorizzò l’odierna convenzione -, persistono le esigenze di carattere pubblico giustificanti l’utilizzo del bene da parte della comunità stessa, risultando particolarmente importante continuare ad assicurare la rappresentanza dell’Ebraismo sul territorio comunale e garantire la possibilità di esercizio del culto ebraico».
In cambio della concessione gratuita, la Comunità ebraica dovrà fornire una serie di garanzie: «Pur nella rigorosa salvaguardia delle festività e dei giorni riservati al culto ebraico, la pubblica fruibilità della sinagoga, assicurando l’apertura in linea con l’orario degli altri attrattori locali; libero accesso ed utilizzo dell’immobile da parte del Comune qualora intenda organizzare o patrocinare manifestazioni culturali finalizzate all’ approfondimento e conoscenza della cultura ebraica; rendere fruibile ed accessibile alla comunità ebraica locale la sinagoga per il culto del sabato, in occasione delle festività ebraiche ed alla cittadinanza per le visite turistiche e culturali; volturare tutte le utenze a proprio carico; garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria dei locali; provvedere, a propria cura e spesa, alla vigilanza e custodia del bene; collaborare con le associazioni ebraiche del territorio per garantire la piena fruibilità dell’immobile».