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il 2023 nella Bat? aspettando il lavoro come Godot e sperando in strade migliori

 
Rino Daloiso

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Rino Daloiso

il 2023 nella Bat? aspettando il lavoro come Godot e sperando in strade migliori

L'ultima nata tra le sei circoscrizioni sovracomunali di Puglia ne ha di sfide da combattere e da provare a vincere

Lunedì 09 Gennaio 2023, 14:00

La convenzione del calendario sospinge a immaginare ciclicamente un nuovo inizio: sarà finalmente così per le città della provincia di Barletta, Andria, Trani? L'ultima nata tra le sei circoscrizioni sovracomunali di Puglia ne ha di sfide da combattere e da provare a vincere. O, quantomeno, da non perdere rovinosamente. Per il presente e per il futuro.

Già, il futuro. Qualche giorno fa si è concluso il congresso provinciale della Confederazione generale italiana del lavoro. «Il lavoro crea il futuro» il titolo della mozione congressuale che ha ricevuto la quasi totalità dei consensi. Certo, il lavoro crea il futuro. Ma è una frase palindroma? Ovverossia, il futuro sarà davvero capace di creare lavoro possibilmente non precario oppure sottopagato?

Spigolando tra le cifre dell'economia di questa porzione di Puglia, si notano numeri in chiaroscuro. Se le esportazioni della provincia Barletta, Andria, Trani, infatti, sono risultate in salita del 20,8% nei primi nove mesi del 2022 (percentuale di poco inferiore alla crescita italiana, +21,2%, e superiore a quella pugliese +18,8%), è pur vero che l'85% di tale flusso di beni e servizi verso i Paesi esteri è costituito da beni prodotti dal settore manifatturiero. E ciò, a parere di chi analizza i fatti e le prospettive dell'economia, non depone a favore delle sorti magnifiche e progressive del prodotto interno lordo e dell'occupazione da queste parti. Sono ancora tanti (troppi) i giovani con la valigia in mano (ad Andria è stato disegnato anche un murale sulla facciata di un palazzo), costretti, loro malgrado, a dover andare a caccia altrove di possibilità che questa terra spesso matrigna non concede. La libera scelta si fonda anche e soprattutto sull'attrattività della propria terra natale: ma se quell'attrattività stenta a nascere e a consolidarsi, la via di fuga rimane una necessità regressiva per questo territorio e non certo un simbolo di emancipazione globalizzata.

A proposito di mobilità: vediamo come sono messi i tre co-capoluoghi Barletta, Andria, Trani. La carta geografica traccia una conurbazione di circa 245mila abitanti che dovrebbe tendere sempre più all'osmosi. A partire dalle direttrici di traffico. Le quali direttrici soffrono di problemi cronici non alleviati (finora) dalla perenne esposizione sui cantieri dei cartelli «lavori in corso». A Barletta, ad esempio, la realizzazione del sottovia ferroviario in via Andria segna da tempo il passo. Intoppi e variazioni in corso d'opera sono all'ordine del giorno, come da italica e consolidata tradizione. E che dire della «epocale» realizzazione di un ponte che superi il canale Ciappetta Camaggio proprio alle porte di Barletta lungo la statale 170 che porta ad Andria? Ad Andria, contratti e capitolati alla mano, l'interramento dei binari della ferrovia Bari Nord dovrebbe essere completato entro il 31 dicembre di quest'anno. C'è, però, un «piccolo» non trascurabile problema: con il mancato trasferimento del mercato ortofrutticolo, i lavori continueranno a procedere a rilento. Così la fatidica data di San Silvestro 2023, insomma, appare sempre più una chimera che un obiettivo tecnicamente e realisticamente perseguibile.

Un'altra «perla» della viabilità abortita da queste parti è quella della strada provinciale 1, che collega Trani ad Andria. Il progetto iniziale «trascurò» (sic!) di prevedere gli svincoli per l'accesso alle numerose imprese che si affacciano su quel tratto viario. Poi la Provincia ha provato a «rimediare» con ritardo. Ma la materializzazione dell'opera è sempre di là da venire. Senza dimenticare ancora che le due megarotatorie che intersecano quella strada sono da tempo destinatarie di manutenzione precaria e tardiva. Una di queste, quella più prossima a Trani, è stata teatro di 33 incidenti in 30 giorni, fino a quando quello mortale del 26 dicembre scorso ha indotto la Provincia ad adottare quei provvedimenti di urgenza incredibilmente rinviati fino ad allora. Quella è una strada a quattro corsie che termina con due «imbuti» alle porte di Trani e alle porte di Andria. Proprio ad Andria ieri all’alba, nei pressi del ponte dell’autostrada, c’è stata una strage di giovani: 2 morti (22 e 29 anni) e 7 feriti tra i 18 e i 22 anni. Oltre alle concause che l’inchiesta della Procura di Trani accerterà, siamo proprio sicuri che quel modo di progettare e realizzare le arterie stradali sia estraneo alla tragedia?

Se poi aggiungiamo che lungo la tratta ferroviaria Barletta-Spinazzola viaggiano più bus sostitutivi che treni e che su quella linea, pur in corso di ammodernamento, non ci saranno treni ibridi (cioè in grado di viaggiare con motore diesel, ad alimentazione elettrica con pantografo e a batteria) in servizio in altre zone del nostro Paese, ben si comprende come innovazione e modernità qui rischino di diventare solo due beffardi miraggi.

Dopo quella del lavoro e della mobilità (sostenibile e celere), veniamo alla terza sfida: quella della partecipazione. Ci sono state stagioni, nemmeno tanto lontane nel tempo, in cui a Barletta, Andria e Trani, per citare solo i capoluoghi della sesta provincia, la partecipazione non era soltanto l'evocazione di una canzone di Gaber, ma una predisposizione condivisa di gruppi, associazioni e partiti, prima che questi ultimi si trasformassero in meri comitati elettorali buoni all'occorrenza al servizio del «leader» di turno. Poi sono subentrati riflusso, assuefazione e quasi quasi anche rassegnazione. «Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare» è diventato un atteggiamento di vita, un guscio in cui coltivare il proprio «particulare», la trincea davanti alla quale scrivere «non mi riguarda».

A ben vedere forse è proprio quest'ultima la sfida più insidiosa e dura da vincere. In mancanza, anche le altre perderebbero gran parte del loro valore.

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