In Puglia e Basilicata
LA DENUNCIA
Agricoltura in emergenza per le strutture di accoglienza degli operai
20 Giugno 2022
«Ancora una volta assistiamo alla presenza di un ghetto alla periferia di Andria che, da quanto ci risulta, ospita immigrati, uomini e donne, per lo più di nazionalità africana, pronti a lavorare in condizioni di sfruttamento e sottopagati pur di guadagnare qualcosa da inviare alle famiglie rimaste nel loro Paese d’origine. Situazione questa sovrapponibile a tante altre che come Flai Cgil denunciamo da sempre e che ci vede impegnati direttamente, come difatti lo facciamo da tanti anni, con campagne ed iniziative di sensibilizzazione contro il caporalato e lo sfruttamento in agricoltura» sottolinea il segretario Flai Cgil Bat Gaetano Riglietti.
«Non siamo mai stati a favore dei ghetti, ma invece crediamo molto nell’accoglienza e siamo convinti che i problemi si debbano affrontare a monte, predisponendo strutture attrezzate nella consapevolezza che ci sono periodi dell’anno che anche nel territorio della provincia di Barletta-Andria-Trani, in particolar modo per la raccolta del pomodoro, delle olive e dell’ortofrutta più in generale, migliaia di immigrati di varie etnie arrivano per lavorare nelle nostre terre - continua Riglietti -. Non ha senso far finta che tutto ciò non accada o che il problema interessi le province vicine di Foggia o magari Bari con gli ultimi fatti accaduti a Turi nei giorni scorsi. E in quei periodi dell’anno quando vi è un’elevata richiesta di manodopera, gli stessi lavoratori immigrati già presenti sul territorio fanno da richiamo ad altri provenienti da altre regioni, sicuramente sollecitati dai datori di lavoro e dagli stessi caporali. Negli elenchi anagrafici 2021 pubblicati dall’Inps lo scorso 31 marzo, nella Bat risultano iscritti 2817 lavoratori stranieri, a cui si va ad aggiungere durante le campagne di raccolta qualche migliaio di invisibili, che invisibili difatti non lo sono».
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