ANDRIA - La decisione del consiglio comunale di diniego della variante urbanistica per la costruzione del progetto viario Bretella Sud va annullata, perché tardiva e inidonea a produrre effetti rispetto al procedimento avviato anni prima dagli altri enti coinvolti. Pubblicate ieri le sentenze del Tribunale amministrativo Regionale relative ai ricorsi contro la decisione del consiglio comunale di negare la variante urbanistica per la costruzione della Bretella sud (strada tangenziale).
Ad impugnare le decisioni del consiglio comunale di Andria di aprile 2021 e di aprile 2019, nonché di tutti gli atti conseguenti e pendenti, è stata la Provincia di Barletta, Andria, Trani e l’impresa Doronzo.
la decisione I ricorsi sono stati accolti, in danno alla decisione della massima assise cittadina: la seconda sezione del Tar di Puglia infatti ha deciso per l’annullamento previa sospensione dell’esecuzione. In oltre venti pagine il giudice amministrativo pugliese ricostruisce le ragioni di fatto e di diritto che hanno portato a questa risoluzione, andando contro una decisione presa dal consiglio comunale ad amplissima maggioranza, al netto di un solo voto contrario.
«Il consiglio – sottolinea la sindaca Giovanna Bruno commentando il caso - ha negato la variante per giungere alla esecuzione dell’opera ritenendola eccessivamente costosa rispetto al tratto di realizzo e soprattutto molto impattante dal punto di vista ambientale».
In sostanza le due sentenze, sulle quali la sindaca annuncia nell’immediato approfondite valutazioni anche con il settore legale che ha seguito la difesa del comune di Andria, stabiliscono il principio in base al quale la titolarità principale del Consiglio Comunale in materia urbanistica deve soggiacere a linee conformative sottostanti al leale rapporto tra enti pubblici. «Su questo e su altri aspetti – sottolinea il sindaco - seguiranno tutte le valutazioni del caso fermo restando che la politica di questa città si è chiaramente espressa per il rifiuto della realizzazione di un’opera che, non solo non porterebbe benefici in termini di viabilità, ma comporterebbe un ulteriore, inutile consumo di suolo che, invece, andrebbe evitato a favore del potenziamento della tangenziale esistente nonché del suo allargamento, anche in funzione di tutte le forme di accessibilità al nuovo complesso ospedaliero».
«Dalla lettura delle sentenze emerge poi – rimarca Giovanna Bruno - un peso non indifferente attribuito agli atteggiamenti delle precedenti Amministrazioni che hanno sempre tergiversato sull’argomento senza mai fare gli opportuni passaggi in Consiglio Comunale, cui spettava l’ultimo pronunciamento sul tema. Di fatto però la parola ultima in materia urbanistica spetta proprio al Consiglio Comunale che ha abbondantemente optato per il diniego alla variante. Ora - conclude la sindaca - bisognerà fate tutte le opportune valutazioni, senza escludere l’ipotesi di appellare in
«Si tratta di una vicenda molto complessa e la sentenza merita la debita attenzione», è invece il commento del Comitato in difesa del territorio che fin dal primo momento si è schierato contro quest’opera dal devastante impatto ambientale. «Non possiamo nascondere una certa preoccupazione – afferma Gianni Selano, referente del Comitato civico - perché si tratta di un precedente pericoloso che, attraverso un’interpretazione molto discutibile del ruolo dei comuni in materia urbanistica, ne mina di fatto le esclusive competenze. In questo senso sarà necessario fare ogni opportuno approfondimento per verificare tutte le opzioni possibili, considerando principalmente l’ipotesi di appellare questa sentenza».
«Dopo anni di inerzia e di ambiguità del Comune e della Provincia – aggiunge Rossella Miracapillo, dal Comitato - queste sono le conseguenze che rischia di pagare l’intera collettività».