TRANI - Non mancano i progetti di rigenerazione, ma la costante si chiama degrado. E così a Parco Petrarota, già Villa Bini, alla vigilia del decimo anniversario della sua apertura, avvenuta il 3 maggio 2012, si tocca con mano uno stato di abbandono mai vissuto prima. Il Comune di Trani è in attesa della controfirma da parte della Regione Puglia, con la relativa erogazione del finanziamento previsto di 34.500 euro. Il riferimento è al progetto Petra, che punta a dare un volto a Parco Petrarota, grazie ad un’azione sinergica fra ordine degli architetti ed associazioni culturali del territorio, chiamate a breve a rispondere ad una richiesta di manifestazione di interesse.
Ma questo è il futuro a medio e lungo termine, mentre il presente ci mostra un giardino completamente abbandonato a se stesso con l’erbaccia che cresce altissima, le panchine rotte, le giostrine in parte distrutte e in parte inutilizzabili, la garitta e la cabina della pesa dell’ex Oleificio Lapietra pericolanti e delimitate da una recinzione in orsogril, una porta di servizio su corso Imbriani sfondata e abbandonata nel terreno, rifiuti dappertutto, vasca dei pesci completamente a secco, area di sgambamento per cani ridotta ad uno sterrato poco piacevole per gli stessi animali, le siepi su largo Lapietra rinsecchite, molti alberi tagliati e palme morte.
Vi è complessivamente un degrado che mai si era visto prima e che contrasta con i lavori in corso per il restauro conservativo di villa Bini, situata all’interno del parco, di proprietà privata e che farà da contrasto ad un parco sempre più dimenticato.
Il 3 maggio prossimo, come detto, saranno trascorsi dieci anni dall’inaugurazione di quella che sarebbe dovuta essere la seconda villa comunale e l’area verde del quartiere Stadio. Ma già da allora si ebbe la sensazione che si fosse proceduto ad un’apertura troppo frettolosa, perché coincidente con la fine del mandato del sindaco Giuseppe Tarantini e l’inizio della campagna elettorale che avrebbe condotto il centro-destra alla staffetta fra il sindaco uscente e quello subentrante, Luigi Riserbato.
Che Villa Bini, oggi Parco Petrarota, dovesse restare sostanzialmente una incompiuta lo si comprese dal fatto che non fu mai data In concessione ad alcuno. E le promesse che se ne sarebbe occupata la parrocchia San Giuseppe, in compensazione della sottrazione avvenuta in via Falcone del loro campetto oratoriale di calcio per erigervi un’antenna della telefonia, non si sarebbe mai realizzata.
Non da ultimo, Villa Bini nacque con un cancello d’ingresso che si apriva e chiudeva con orari sovrapponibili a quelli della villa comunale. Ben presto, però, grazie al fatto che fosse sempre aperta da via Paolo David Di Martino, per effetto di un orsogril non in linea con gli altri e dunque in grado di garantire l’accesso, sarebbe diventata una comoda scorciatoia per tanti cittadini da e verso quel nuovo quartiere: risultato, anche il cancello d’ingresso adesso è sempre aperto.
In questi due lustri si sono spesi tanti soldi di manutenzione ordinaria e straordinaria senza mai venire a capo di nulla. E adesso, proprio mentre a pochi passi da lì ci si prepara a realizzare il sottovia pedonale e veicolare e tutte le opere di pedonalizzazione e collegamento ciclabile nelle aree dismesse della stazione ferroviaria, parco Petrarota (al cui interno Rfi ha effettuato due carotaggi in vista degli scavi per il tunnel) continua a versare in condizioni critiche che più critiche non si può.