TRANI - Quasi 2.800 metri quadrati di un ex stabilimento di stabulazione mitili destinato a trasformarsi in area per nuovi servizi turistici, di balneazione e ricreativi. Siamo sul lungomare Cristoforo Colombo, nella ex sciala De Simone, da anni fallita e la cui concessione demaniale, scaduta, è tornata nella disponibilità del Comune di Trani.
LA GARA - Sarà proprio Palazzo di città a metterla a gara, dopo che la giunta comunale ha approvato un atto di indirizzo che l’esecutivo ritiene «di fondamentale importanza per la riqualificazione del lungomare di Trani al centro, già da anni, di un importante processo di rigenerazione frutto di un’azione sinergica di pubblico e privato».
IL PROVVEDIMENTO - Il provvedimento approvato, come dicevamo, dall’esecutivo è finalizzato alla riqualificazione dell’area modificando la finalità di tale concessione non più quale “impianto per la stabulazione dei mitili”, ma per nuovi servizi alla balneazione e turistici. L’affidamento della nuova concessione avverrà con una procedura ad evidenza pubblica che dovrà prevedere attrezzature e servizi balneari, turistici, ricreativi, sportivi e culturali, così da rendere quel sito, oggi in abbandono, «uno spazio urbano costiero multifunzionale e polivalente, accessibile all’intera comunità».
LA SUPERFICIE - L’estensione dell’area, esattamente di 2771 metri quadrati, comprende massi di cava collocati in mare come opera di difesa, piazzali costituiti da pavimentazione cementizia industriale, terrazzini in cemento e manufatti di ben più complessa di nozione fatti in tecnologia mista tra ferro e muratura portante e solai in cemento armato.
INTERESSE TURISTICO E RICREATIVO - Con la delibera approvata, l’area è stata individuata come “di interesse turistico e ricreativo” ed è stato dato indirizzo al dirigente di avviare le procedure necessarie per la pubblicazione della procedura ad evidenza pubblica, «premiando progetti volti a favorire il libero accesso al mare e più in generale volti a garantire l’interesse collettivo».
Il Tribunale di Trani ha dichiarato fallita la De Simone Vincenzo & C. Sas il 25 ottobre 2013. Alla data del fallimento, la concessione demaniale relativa a quell’area risultava essere scaduta sin dal 31 dicembre 2010, così che la stessa non è mai stata acquisita alla procedura fallimentare quale posta attiva della società in bonis.
In altre parole, il fallimento della De Simone non teneva conto della scadenza della concessione demaniale, sulla quale sarebbe stato proprio il curatore fallimentare, l’avvocato Maria Paola Larato, a fare luce. Al punto che, soltanto a seguito di pressanti iniziative della stessa curatela fallimentare, il Comune di Trani ha “formalmente” dichiarato la decadenza della concessione demaniale con un provvedimento del 2014 ed un altro, in rettifica del primo, del 2015.
MANUFATTI E DIRITTI - Da quel momento, dunque, l’unico soggetto giuridico legittimato a confrontasi con imprenditori, locali e non, interessati alle sorti dell’area in questione, è stato soltanto il Comune di Trani. E la delibera di giunta rimarca questo aspetto, ponendo in rilievo il fatto che «sulle aree e i manufatti presenti nel sito non sussiste più alcun diritto da parte di terzi soggetti (concessionari) o enti sovraordinati. Pertanto sono nella piena disponibilità del Comune di Trani, secondo quanto previsto per legge». Ed il sostanziale cambio di destinazione d’uso avviene in ragione dle fatto che «l’attività di stabulazione dei mitili, nelle forme in cui veniva esercitata presso la sciala De Simone, lungo il waterfront urbano - si legge nel provvedimento -, non è più compatibile con lo sviluppo turistico della città ed il pregio paesaggistico ed ambientale dei luoghi.
IL SINDACO - «Il nostro lungomare, ereditato in stato di totale abbandono - commenta il sindaco, Amedoe Bottaro - nel corso di questi anni è stato completamente rivalutato attraverso azioni pubbliche dirette e attraverso il sostegno convinto alle iniziative dei privati che hanno trovato nell’amministrazione un soggetto credibile con cui relazionarsi. È vero - ammette il primo cittadino -, mancano ancora all’appello due grandi attrattori come La Lampara ed il Museo archeologico del Monastero, ma lavorando come sempre abbiamo fatto, restituiremo alla città anche questi pezzi di storia».