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Barletta, la casa di riposo chiusa da 2070 giorni

 
Rino Daloiso

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Rino Daloiso

truffe anziani

Da luglio 2018 lavori completati

Venerdì 07 Maggio 2021, 12:34

12:37

Barletta - La visita della nuova assessora regionale al Welfare, Rosa Barone, aveva aperto qualche spiraglio di speranza: si sbloccherà finalmente la labirintica vicenda della Casa di riposo (alias Azienda di servizi alla persona) chiusa da 2.070 giorni (era il 16 settembre 2015) per lavori di ristrutturazione completati il 31 luglio 2018, vale a dire 1.011 giorni fa), ma nonostante tutto ancora a battenti serrati?

Sottolineava una nota diffusa da Palazzo di Città: «La presenza questa mattina (era il 3 febbraio scorso, ndr) a Barletta, presso la casa di riposo Regina Margherita dell’assessora regionale al Welfare Rosa Barone è già un risultato perché da tempo avevo auspicato e sollecitato l’intervento della Regione Puglia e ringrazio per questo il senatore Ruggiero Quarto e la consigliera regionale Grazia Di Bari che hanno voluto portare all’attenzione della neo assessora le criticità dell’Asp di Barletta».

Lo affermava il sindaco Cosimo Cannito, che aveva accolto insieme all’assessora comunale ai Servizi sociali Maria Anna Salvemini e al consigliere Giuseppe Losappio della Commissione Affari Socio sanitari, nella sua prima visita istituzionale. Per i lavori di adeguamento della struttura di viale Marconi sono stati spesi 2 milioni 600mila euro. Agli originari 27 posti, si sono aggiunti 30 posti di Residenza sociosanitaria assistita, 30 per un centro diurno e 50 per il centro polivalente, un circolo ricreativo aperto agli anziani.

Ancora: «Le camere - veniva ricordato - sono nuove e arredate di tutto punto, la cucina ampia e attrezzata, il salone per ricevere le visite, ricavato nella vecchia sala adiacente la chiesa di Santa Maria degli Angeli, detta dei Cappuccini, è addirittura affrescato e fuori c’è un ampio giardino. Ma è tutto chiuso da anni».
Anche e soprattutto perché la Casa di riposo è stata preda di una tenaglia lottizzatoria comunale e regionale che ha prodotto una perdurante e inconcludente fase di stallo.

Il presidente del consiglio di amministrazione, ad esempio, è dimissionario dallo scorso 19 ottobre, ma nessuno se ne cura. Parte delle nuove suppellettili è oggetto di un decreto ingiuntivo per mancato pagamento del fornitore (si tratta di circa 150mila euro), ma nessuno se ne preoccupa.

Il debito complessivo dell’Azienda di servizi ammonta a circa 700mila euro, ma, come sopra, a nessuno la situazione pare creare qualche slancio per provare a porvi riparo. Si parla da settimane di un commissariamento prossimo venturo da parte della Regione, ma anche in questo caso pende la «spada di Damocle» della lottizzazione: tocca all’assessora 5 Stelle fare il nome o al capogruppo regionale Pd, Caracciolo? Nel dubbio, non se ne fa nulla. Chi ha tempo non aspetti mai tempo...

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