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Giuseppe Dimiccoli
03 Dicembre 2020
«I diversamente abili, purtroppo, durante questa pandemia legata al Covid 19 stanno pagando un prezzo altissimo. Tutti, dalle istituzioni alla società, siamo chiamati a fare qualcosa». Non usa mezzi termini il barlettano Cosimo Cilli, consigliere nazionale dell’Unitalsi, nel denunciare la situazione dei diversamente abili anche nella provincia di Barletta, Andria, Trani.
Ricordarlo oggi «3 Dicembre» che si celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità (introdotta nel 1981 allo scopo di promuovere i diritti e il benessere dei disabili, ricorrenza ha portato le Nazioni Unite ad adottare, nel 2006, la Convenzione sui Diritti delle persone con disabilità) suoni come un monito a cambiare lo stato delle cose. Non è possibile continuare a rendere, ancor più invisibili, i diversamente abili. La pandemia è una ulteriore mannaia per questa frangia tanto debole quanto speciale.
Le innumerevoli difficoltà che trovano i così detti assistiti normodotati nell’ordinario quotidiano diventano ancor più terribili per le persone affetta da disabilità. E allora merita un sincero plauso l’iniziativa a Barletta della Associazione di Promozione Sociale Binario 10 con il progetto «SuperArè- Barletta senza barriere».
Si sappia che i dati relativi alla disabilità rispetto al mondo del lavoro sono allarmanti: il tasso di disoccupazione dei disabili è quasi doppio rispetto alle persone senza disabilità e ancora peggiori sono le statistiche che riguardano i giovani e le donne con disabilità.
L’articolo 1 della «Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea» sancisce che «la dignità umana è inviolabile, essa deve essere rispettata e tutelata» e il 26 ricorda che «l’Ue riconosce e rispetta il diritto delle persone con disabilità di beneficiare di misure intese a garantirne l’autonomia, l’inserimento sociale e professionale e la partecipazione alla vita della comunità». Il 21 vieta «qualsiasi forma di discriminazione fondata sulla disabilità». Chiaro?
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