BARLETTA - Necessario chiedere scusa. Ai morti. E ai vivi. In quale maniera? Almeno ripristinando il decoro che è doveroso che ci sia. Del resto loro, Tommaso Capossele e Savino Antonucci, sono ricordati in quel posto proprio perché la loro vita è stata spenta mentre servivano lo Stato.
Uno Stato e una Città che però dimentica troppo presto i suoi figli caduti mentre espletavano il loro dovere se ci si ferma ad osservare il degrado che fa compagnia alle targhe dedicate ai due poliziotti. Furono posizionate il 25 gennaio del 2018 in occasione dell’intitolazione delle strade. Capossele - medaglia d’oro al valor civile - morì a 30 anni mentre stava segnalando un incidente stradale il 9 luglio del 2000; Antonucci - medaglia d’argento - morì a 24 anni il 24 luglio del 1988, a seguito di un incidente stradale nei pressi di Cuneo mentre rientrava in caserma dopo aver assolto al servizio di scorta di un «trasporto eccezionale». Scusate se è poco. Addirittura, a memoria futura (sic!), furono piantati due alberi in occasione della intitolazione delle strade che portano i nomi dei poliziotti. Ora sono fantasma. Intervenne, il 25 gennaio 2018, anche il capo della Polizia Franco Gabrielli, il sindaco Pasquale Cascella e tanti cittadini che si commossero per l’occasione. «Sono così arrabbiata che andrei a togliere quelle targhe che vivono tra degrado e incuria. Non è giusto tanto disinteresse da parte del Comune», ha fatto sapere alla Gazzetta Filomena Lamacchia vedova di Tommaso.
In ultimo, ma non per ultimo: perché tutto questo? Quando si potrà ridare dignità a quei luoghi?